Il tema ricorrente è quello delle carenze d’organico. Che si traducono in una giustizia inevitabilmente lenta. Un problema che riguarda Messina, si, ma anche tutto il resto d’Italia. E che di fatto è finito anche quest’anno al centro delle riflessioni nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. C’era meno gente del solito, stavolta. Elemento, questo, che potrebbe aprire altri spunti di riflessione. Ma al di là delle presenze, quel che è emerso nelle relazioni sul 2014 in ambito giudiziario è che nonostante il grande lavoro dei magistrati, la macchina della giustizia continua a essere lenta. Spesso, abbastanza da portare all’estinzione per prescrizione. Solo nell’ultimo anno è accaduto in 120mila casi in Italia. Eppure i magistrati italiani sono secondi in europa per numero di sentenze. La produttività, però, non basta a risolvere il problema dei fascicoli pendenti. A livello locale il problema più serio sottolineato nella sua relazione dal presidente facente funzione della corte d’appello Mario Zumbo è legato proprio alle carenze d’organico. La procura è scoperta al 20 percento, mancano tre magistrati in corte d’appello eppure si è riousciti ugualmente a ridurre le pendenze del 15percento. Nel settore civile, poi, la produttività media dei giudici del tribunale di Messina è stata tra le più alte d’Italia. Si è registrato un numero altissimo di sentenze, ma solo un piccolo passo avanti rispetto alle cause pendenti, ridotte del 4percento. A complicare le cose, le carenze nel personale di cancelleria e in generale nel settore amministrativo, dove da anni non ci sono concorsi. Carenze che riguardano storicamente le procure di Patti, Barcellona, ma anche Messina. Zumbo ha ribadito ciò che aveva detto il primo presidente della corte di cassazione Santacroce ieri: Per smaltire le cause arretrate e accelerare i processi "non sono sufficienti riforme a costo zero", servono "investimenti in risorse umane e strumentali" più che innovazioni legislative. I 400 giudici ausiliari che dovrebbero entrare nelle corti d’appello entro la primavera 2015 sono un segnale confortante, ma insufficiente. Ci vuole molto di più per superare un momento di grande difficoltà e provare a garantire una giustizia che sia efficiente e soprattutto veloce. Tema a parte, la questione del secondo PalaGiustizia, argomento ricorrente negli anni scorsi, passata un po’ in secondo piano stavolta. Ne hanno parlato in modo più significativo solo i rappresentanti degli avvocati.