«È un Piano di riequilibrio più robusto, sostenibile e credibile». Il vicesindaco Guido Signorino si dice assolutamente fiducioso sull’esito del provvedimento forse più importante della storia recente di Palazzo Zanca, l’atto attorno al quale ruotano i futuri del Comune e della stessa città. Costretto a casa per ragioni di salute, il vicesindaco ha presieduto ieri pomeriggio la riunione di giunta “orfana” di Renato Accorinti volato a Roma per partecipare all’incontro convocato dal ministro degli Affari regionali Lanzetta. L’esecutivo comunale, dopo gli schemi di transazione con l’esercito di creditori, ha approvato la delibera con le integrazioni al Piano di riequilibrio. Quali le novità? Vediamole in sintesi. 1) La durata del Piano e il connesso incremento di risorse disponibili; 2) la possibilità di utilizzare le risorse pubbliche per il soddisfacimento immediato dei crediti; 3) l’evoluzione di una parte del contenzioso in direzione favorevole all’amministrazione. «Nel complesso – spiega Signorino – il Piano dispone adesso di maggiori risorse, con un minor assorbimento potenziale o latente. Inoltre, il lavoro svolto nel 2014 consente di rispettare gli impegni che erano stati preventivati, dando credibilità alla manovra di riequilibrio che è stata posta in essere. Se verrà approvato il Piano di riequilibrio, il Comune è in grado di offrire ai suoi creditori (circa 13.500 soggetti) il pagamento delle spettanze dovute fino a 50.000 Euro, potendo saldare la rimanente parte entro il 2016 (dietro accordo transattivo) o, in alternativa dilazionando il dovuto per l’intera durata del Piano (fino al 2023). L’approvazione del Piano consentirà dunque di sbloccare i crediti in tempo brevissimo, favorendo fornitori, aziende, professionisti e singoli cittadini che potranno ricevere il dovuto perché, come voluto dall’amministrazione Accorinti, i trasferimenti del Governo sono adesso utilizzabili proprio per pagare le transazioni del Piano di riequilibrio. Inoltre i dati contabili – prosegue il vicesindaco – dimostrano che il Comune è in grado di onorare gli impegni assunti col Piano per l’anno 2014. Il bilancio, infatti, accantona le somme dovute e mostra che gli obiettivi di risparmio strutturale maggiormente qualificanti sono stati raggiunti. Nel corso del 2014 si sono registrati circa 3,5 milioni di maggiori entrate (contrasto all’evasione). Allo stesso modo, la bolletta dei consumi elettrici del 2014 è stata di 3,5 milioni inferiore rispetto a quella del 2013; il beneficio di cassa di tale economia andrà a regime nel 2015, ma la fuoriuscita dal regime di salvaguardia e la revisione tecnica e delle utenze conferma un risparmio consolidato del 35% sul costo dell’energia elettrica
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