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Porto Tremestieri
riapre martedì

Se tutto si svolgerà secondo i piani e non sorgeranno intoppi per le condizioni meteomarine, il porto di Tremestieri potrebbe riprendere a funzionare a pieno regime martedì 27 gennaio. Esattamente due mesi e 20 giorni dopo la chiusura a causa di una violenta mareggiata. In questa seconda tranche sono sufficienti 5 giorni di lavoro per prelevare i restanti 15 mila metri cubi di materiale. In quella precedente ce ne sono voluti 6. 11 giornate in tutto, ma nell’arco di 81 lunghissimi giorni. Come dire che la bellezza di 70 giorni sono stati,  “sprecati”, e non c’è altro termine per definirli meglio, per pratiche burocratiche di vario genere mentre i tir scorrazzavano per le vie del centro cittadino. 70 giorni sprecati per analizzare il materiale e stabilire, se, dove, come, quando, ripulire i fondali. Una settimana, addirittura è trascorsa inoperosa persino anche tra il primo e il secondo intervento di un’impresa giunta in riva allo Stretto chiamata dall’Autorità portuale. Un’impresa seria, che ha ripreso i lavori all’alba di oggi dopo che dalla Regione Siciliana è arrivata una nuova autorizzazione. Più che altro, si è trattato di concedere la medesima che era stata concessa qualche giorno fa, per le medesime operazioni. Carico della ghiaia a Tremestieri e deposito a ridosso del litorale di Galati per tentare di favorire il ripascimento di un tratto di costa messo seriamente a rischio dalle mareggiate degli ultimi anni. Tanto tempo perso, quindi, per eseguire delle operazioni ormai collaudate. Determinante l’intervento di ieri del presidente dell’Autorità portuale che si è recato personalmente nella sede dell’assessorato al territorio e ambiente.  A Palermo si è anche discusso su come in futuro si potrà evitare questa perdita di tempo quando altre mareggiate, inevitabilmente, faranno confluire altra sabbia all’interno dell’approdo. Chiesta una sorta di “autorizzazione aperta” che consenta, una volta caratterizzato il materiale, di poter intervenire tagliando i tempi morti di tutti i passaggi burocratici. Sarà stata questa l’ultima mega chiusura del bacino di emergenza che almeno per altri quattro anni rappresenterà l’unica soluzione per evitare che i cittadini messinesi convivano con i tir ? La lunga storia di questo approdo non autorizza all’ottimismo, ma un tentativo val la pena farlo. Del resto...si trtta di prendere o lasciare.

 

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