Sulla gestione degli stadi “Celeste” e “San Filippo” regna ancora il caos. L'impegno dell'VIII commissione consiliare non è servito a risolvere i problemi amministrativi relativi all'affidamento in concessione dei due impianti sportivi e dagli ultimi approfondimenti sembra emergere in maniera inequivocabile una netta divergenza tra le posizioni assunte dal Dipartimento sport e dalla Ragioneria del Comune. Il sindaco Renato Accorinti non ha partecipato neppure all'ultima seduta della commissione, a dire il vero per altri impegni istituzionali che però non sono bastati ad evitare i rimbrotti dei componenti. Ci ha pensato dunque il dirigente Salvatore De Francesco a chiarire come stanno le cose, partendo dall'aspetto più importante: ad oggi le strutture “San Filippo” e “Giovanni Celeste” non sono state concesse in “comodato” alle società sportive che li utilizzano, bensì, sono sfruttate da queste ultime “ad ore”. Il Dipartimento sport ha sottoposto all’Acr Messina un accordo per l’utilizzo degli stadi con il quale, a fronte dell’uso “gratuito” per un anno delle strutture, la società sportiva si impegnava, in sostituzione del Comune, ad assumere in proprio i costi delle utenze (telefono, luce, gasolio per riscaldamenti), la manutenzione ordinaria, la responsabilità civile per l’utilizzo e, con riferimento al “Celeste”, vi era anche l’impegno a consentire al “Città di Messina”di disputare le partite “casalinghe” (che adesso gioca a Mili). Di fatto, per l’Acr, si sarebbe trattato di un comodato “non gratuito”, ma con il carico delle spese dei servizi. Lo schema è stato “oggetto di rilievi” da parte della Ragioneria che ha ritenuto, anche alla luce delle problematiche di bilancio e delle note della Corte dei conti, che non fosse possibile concedere una struttura in comodato ad una società sportiva anche in presenza, come in questo caso, di precisi impegni economici su spese che, normalmente, spetterebbero a Palazzo Zanca. Dunque tutto rimane fermo, mentre l'Acr dispone degli impianti “ad ore” ma con uso praticamente esclusivo, cioè come se si fosse in presenza di una convenzione. Circostanza che riguarda anche altre strutture, come la palestra Ritiro. C'è un accordo “di massima”, sulle intenzioni, ma per la Ragioneria non è possibile formalizzarlo, dunque si va avanti senza una reale regolamentazione. «È evidente – ha rilevato la Commissione presieduta da Piero Adamo – che il sindaco debba impartire agli uffici un chiaro e inequivocabile indirizzo politico, secondo quest'organo orientato alla concessione delle strutture in comodato, come predisposto dal Dipartimento sport, a fronte di precisi obblighi economici assunti dalle società sportive. La città non può rischiare che gli impianti soggiacciano alle stesse regole, vengano di fatto “chiusi” per l’impossibilità di trovare un'intesa ed un “equilibrio economico” fra l’ente e chi le utilizza». Alla prossima seduta, prevista per il 22 gennaio, oltre al sindaco verrà invitato il ragioniere generale, per provare a trovare comunemente una soluzione definitiva. Ad Accorinti, come sollecitato dal gruppo Udc, verrà chiesto di illustrare la programmazione dell’Amministrazione nel settore sport e di chiarire le intenzioni sull’avvio di un piano di “manutenzione” degli impianti sportivi cittadini.
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