L’allegoria della restituzione di Messina alla Spagna è appesa su una parete dell’aula consiliare di palazzo Zanca dal 1994. Sono passati cioè venti anni e in pochi si sono posti il problema di quanto fosse offensiva per la città dello Stretto quella riproduzione della tela esposta al Museo del Prado di Madrid. L’opera originale, di Luca Giordano, fu eseguita nel 1678, anno in cui aveva fine la rivolta libertaria antispagnola, scoppiata a Messina dal 1674 e in cui la città ribelle ritornava sotto il dominio straniero e dichiarata dalla Spagna “morta civilmente”. Di conseguenza vennero soppresse tutte le sue Istituzioni civiche: la Zecca, il Senato, l’Università, l’Ordine dei Cavalieri della Stella. La richiesta di rimuovere la copia del dipinto, ritenuto gravemente lesivo della dignità dei messinesi, arriva dal Movimento “Vento dello Stretto”, dall’Associazione “Amici del Museo”, da Fare Verde ONLUS e dal network “ZDA-Zona d’Arte Zona Falcata”. Ma non è la prima volta che sul tavolo di un presidente del consiglio comunale viene depositata tale sollecitazione. Se n’erano occupati già in altre occasioni anche due insigni studiosi della storia di Messina, Franz Riccobono e Nino Principato. In particolare, i due esperti hanno sempre fatto rilevare che la città è allegoricamente raffigurata al centro del dipinto in sembianze di donna, che invoca clemenza alla Spagna, con in testa una corona a tre torri, antico emblema civico, e nuda, appunto perché spogliata di tutti i suoi privilegi. E’ evidente- hanno sottolineato- che un’opera con tale significato non può e non deve trovare posto nella sala del Consiglio Comunale. E’ una stampa infamante ed oltraggiosa deve essere immediatamente sostituita con la grande tela dipinta, invece, da Letterio Subba a metà ottocento e raffigurante “La Battaglia della Darsena” episodio esaltante e in difesa della Fede, della collezione del Museo Regionale, attualmente in deposito temporaneo in una sala del Teatro Vittorio Emanuele. L’eventuale rimozione dell’altro quadro sulla parete opposta e cioè la copia dell’ “Inaugurazione del Parlamento a Palermo nel 1671” di Filippo Giannetto (che poco ha a che vedere con la storia di Messina) potrebbe permettere l’avvio di un concorso di idee per la realizzazione di un dipinto che rappresenti la bellezza della Falce e la grandezza e le potenzialità di Messina come Città di mare e portuale.
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