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Variante di salvaguardia, ecco il mini Prg

Messina, città che al rischio idrogeologico e all’inadeguata protezione delle zone più fragili ha pagato un altissimo, doloroso tributo in vite umane, sarà ora la prima in Sicilia a dotarsi di uno strumento che tutela le aree più sensibili, riducendo parallelamente i pericoli per l’incolumità dei suoi abitanti. Tra pochi giorni, come assicura l’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola, sarà finalmente sottoposta al consiglio comunale la variante di salvaguardia, a due anni dall’approvazione sempre da parte del civico consesso, della delibera 74/C del 2012 (proposta dall’allora assessore all’Urbanistica Giuseppe Corvaja) che ne delineava contenuti e modalità di redazione esprimendo una precisa volontà politica: quella di azzerare l’edificazione nelle zone più a rischio in special modo quelle collinari. Un vero e proprio mini Piano regolatore, dunque, che anticipa e condiziona fortemente i contenuti del nuovo strumento urbanistico. Anche questo provvedimento, che è in sostanza una variante all’attuale vigente Prg, però rischia di avere un iter d’approvazione molto lungo, al pari del nuovo Piano regolatore. Dopo la fase di redazione e dopo il voto in consiglio comunale, infatti, la delibera dovrà ricevere tutti i visti dall’assessorato regionale al Territorio e ambiente per poi tornare a Messina per le eventuali modifiche e la nuova presa d’atto in consiglio. L’avvio della redazione della variante di salvaguardia ha comunque un effetto immediato: la riattivazione dei vincoli di inedificabilità sulle aree destinate a opere di pubblica utilità, attualmente scaduti. Inoltre, anche se l’atto non è formalizzato, gli uffici devono comunque tenere conto delle prescrizioni in materia di rischio ambientale. La parte più “rivoluzionaria” della variante di salvaguardia prevede la riduzione dell’indice di edificabilità allo 0,03% (indice delle zone agricole) nelle aree risultate “fragili” alla luce da un lato degli studi geologici allegati al vigente Prg, dall’altro, della “valutazione della pericolosità da frana” delineata dall’Enea sulla base di una convenzione con il Comune. Un corposo studio di 161 pagine dal quale emerge l’indice di propensione al dissesto, e cioè il margine di rischio dell’intero territorio messinese rispetto alle varie tipologie di frana. Studio al quale va affiancato anche quello relativo allo stato di alcuni torrenti redatto dall’Università.

 

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