Le telecamere per proteggere i laghi di Ganzirri e Faro, la tecnologia finalmente al servizio del patrimonio più grande di madre natura a Messina. Impossibile dimenticare che altre e più importanti forme di tutela della laguna dello Stretto, soprattutto prima ma anche dopo la costituzione della Riserva dello Stretto, sono mancate, e le colline sono diventate una selva di cemento. Ma l’incanto dei due antichi specchi d’acqua comunicanti con lo Stretto, nonostante tutto il male che gli si è fatto attorno al suo perimetro liquido, c’è tutto. E che, sia pure soltanto nel 2015, arrivi la video sorveglianza grazie all’appalto aggiudicato il 31 dal commissario dell’ex Provincia, Romano, è comunque un progresso. Un mattoncino chiave per scrostare dai laghi la straripante inciviltà di alcuni: dove l’educazione suona impossibile, servono le stangate. La gara d’appalto (da 180.000 euro) per l’installazione di una ventina di telecamere – spiega il dirigente dell’8. direzione Ambiente di Palazzo dei leoni, Gabriele Schifilliti – è stata aggiudicata e a breve sarà stipultato il contratto». Riguarda anche la Riserva dei laghetti di Marinello per controllare i quali di telecamere, dall’alto delle rocce di Tindari, ne basteranno due. Il grosso della fornitura servirà per difendere con un gran numero di postazioni ben mimetizzate l’integrità dei laghi e del loro ecosistema unico nel Mediterraneo. Telecamere, dunque, ma non solo. Il tesoro della laguna di Ganzirri e Faro è talmente tante cose insieme –la tutela degli uccelli migratori così come la ricchezza etno-antropologica della molluschicoltura, quella lecita, e molto altro ancora –che governarlo da un solo punto di vista, ignorando gli altri, rischia di essere peggio che un impoverimento. Un danno grave alla pubblica fruizione. Basti pensare alla storica mancata adozione del Piano di utilizzo della Pre-riserva, quelle zone “B” di Faro e Ganzirri che coincidono coi luoghi delle vacanze. Nei decenni passati tale inadempianza comunale ha fatto sì che naufragasse un progetto che avrebbe fatto di Torre Faro e Capo Peloro una vera isola pedonale ovvero un borgo meraviglioso nel cuore della Riserva: la strada di collegamento diretto “via Circuito-Marina di fuori” per cui l’UE aveva stanziato un milione e mezzo e il parcheggio nell’area “Ex Enel” Torri Morandi. Tornano ora queste opportunità. In particolare, il progetto comunale del parcheggio alle Torri Morandi, rifinanziato, è all’esame della Provincia. Una commissione insediata da Romano è chiamata a esprimere entro 90 giorni il parere dell’ente gestore ed evitare che l’iter di un’opera preziosa, che non prevede volumi e nemmeno asfalto ma mattonelle autobloccanti e verde pubblico, naufraghi su qualche errore. L’alternativa pratica è lo sfregio di questi anni: tutte le auto sul demanio, tra il Pilone e l’ex Sea Flight.