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Enzo Nibali e la sua Messina, è amore vero

 «Siamo dispiaciuti per tutto questo clamore, è stato un episodio come tanti ne accadono. I nostri due ispettori hanno fatto il loro dovere, salvaguardando l’incolumità di una persona. Se Nibali, continuando, fosse caduto, la colpa sarebbe stata comunque della Forestale. E chissà quante polemiche trattandosi di un grande campione di fama mondiale. Per il resto penso che si sia detto anche troppo». È amareggiato Carmelo Di Vincenzo, capo ispettore per Messina e Provincia dell’Ispettorato Forestale, all’indomani dell’episodio che ha riguardato Vincenzo Nibali, fermato sui Colli Sarrizzo (sull’arteria che dalle Quattro Strade conduce a Dinnammare), durante un allenamento, da due ispettori della Forestale per aver superato una transenna. A rendere noti i fatti proprio l’eroe del Tour – travolto ieri dall’affetto della gente di Messina durante la presentazione del libro “Di furore e lealtà”– che venerdì li ha raccontati alla “Gazzetta del Sud”, sottolineando di essere stato apostrofato in maniera non educata e di aver rischiato di cadere quando l’auto con i forestali lo ha affiancato per intimargli lo stop.

Il chiarimento Ma è lo stesso Di Vincenzo che ci tiene a precisare alcuni passaggi. «Ripeto: non è successo nulla di particolare – continua il capo ispettore –Semplicemente i due uomini in servizio hanno visto un ciclista superare una barriera messa lì per impedire il passaggio ai mezzi viste le condizioni ghiacciate della strada e lo hanno fermato poco più avanti, in un tratto in salita, per invitarlo a tornare indietro. Solo a quel punto si sono accorti che si trattava di Nibali, ma escludo – per - ché non è nel loro costume e io li conosco da anni – che abbiano apostrofato malamente o insultato il campione. Questo ci tengo a sottolinearlo».

Troppe auto Nibali ha però riferito di aver visto tante automobili transitare in quell’istante in quel tratto di strada. «Erano vetture rimaste bloccate lì il 31 dicembre per la forte nevicata – spiega ancora Di Vincenzo –. A Capodanno non era stato possibile riprenderle perché la strada era ancora chiusa e quella mattina i proprietari erano invece saliti per recuperarle».

L’invito Tanta voglia di chiuderla qui da parte di tutti. A farlo ci pensa l’architetto Gustavo Lampi, responsabile delle relazioni esterne della Forestale di Messina: «Saremo ben lieti di assistere il grande campione quando, in condizioni meteo climatiche buone, vorrà allenarsi sulle strade dei Peloritani – ha chiarito ieri – Potremmo fornirgli anche una scorta durante le sue arrampicate, per noi sarà un onore, ma concedere deroghe, a rischio della pubblica sicurezza, non possiamo».

La politica In tutta questa vicenda, già abbastanza paradossale, non si sentiva proprio l’esigenza dell’intervento della politica. Non l’ha pensata così il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ieri prima su Facebook e poi in un comunicato ha scritto: «Non comprendo lo stupore del ciclista Vincenzo Nibali davanti a una pattuglia della Forestale che cerca di tutelare la sua sicurezza e quella del territorio. In un Paese dove i vigili urbani della Capitale si assentano massicciamente per il Capodanno, dovremmo andare orgogliosi di coloro che svolgono il proprio lavoro con senso del dovere e rispetto delle regole» 

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