Da quindici giorni Roberta Imperiale, la diciottenne caduta dalla moto a Camaro la notte del 22 novembre, ricoverata nella Neurochirurgia del Policlinico e poi trasferita all’Istituto Neurolesi Lungodegenti, è uscita dal coma. Roberta parla sia pure con un po’ di fatica, ha iniziato a camminare, si alimenta con supporto ma autonomamente. Lo sguardo della studentessa del Classico Don Bosco, che ora viene assistita nel percorso di recupero da quattro equipe del Neurolesi di contrada Casazza, si è riacceso un mattino della freschezza di una vita già più volte provata dal destino. Le speranze sue e dei tanti che le vogliono bene riprendono a poco a poco a percorrere le “infinite praterie” dell’esistenza. Anche perché dal momento del risveglio, da quando per prima ha riabbracciato l’amata nonna, si sono succeduti alcuni significativi progressi, ed il percorso per un pieno recupero delle funzioni cognitive, del linguaggio, e motorie va avanti nel segno di un certo ottimismo. Si è già consumato un incoraggiante ribaltamento: «Lei che all’ arrivo al Neurolesi era stata ricoverata nel reparto dei “gravissimi”, versava in stato di coma ed era sottoposta a terapia semintensiva – ricorda il direttore dell’Ircss Neurolesi, il prof. Placido Bramanti – è potuta passare dopo alcuni giorni nel reparto dei “meno acuti”. Un progresso che riempe di gioia e di speranza come è avvenuto in questo stesso periodo per altri tre ragazzi come lei portati al Neurolesi da altre province siciliane. Proprio domani (oggi, ndr) la studentessa messinese inizierà un percorso di accompagnamento motorio affidato alla robotica avanzata. Ci vorrà naturalmente del tempo per valutare tutti i risultati conseguiti dalle equipe, quattro, che collaborano in questi casi: per la cognizione, per il linguaggio, per il movimento ed, appunto, per il trattamento con la neurorobotica». Si tratta di “Lokomat” un robot unico in Sicilia che aiuta in maniera progressiva a far riacquistare al massimo coordinazione ed equilibrio, movimento e sensibilità». Ieri, intanto, la giovane è stata impegnata a rispondere per iscritto, nell’agenda, ad una serie di quesiti e test. Attorno alla diciottenne come già nei momenti più difficili messi alle spalle, fervono l’amore e l’affetto di parenti ed amici. Nonni, zii, preside, professori e compagni del Don Bosco. Come si ricorderà, il caso dell’incidente occorso a Roberta Imperiale, caduta dalla moto condotta dal compagno di banco, lungo la discesa del complesso “Il Mito”, aveva colpito e commosso anche perché la stimata studentessa del Don Bosco in appena 12 mesi – tra il 2013 e il 2014 – aveva perso in rapida successione per malattia, la madre e il padre, cinquantenni, ed era andata ad abitare in casa di una zia
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