Messina

Sabato 27 Aprile 2024

Op. Gramigna, “sconti” di pena in appello

 Rimodulata la sentenza nei confronti degli imputati dell’operazione ribattezzata “Gramigna” che hanno scelto il rito abbreviato. I giudici della Corte d’appello hanno disposto “sconti” di pena in quattro casi e conferme in due circostanze. In particolare, il collegio presieduto da Attilio Faranda e composto anche da Antonio Brigandì e Maria Eugenia Grimaldi ha emesso per Vittorio De Natale e Domenico Arena lo stesso verdetto deciso dai colleghi della seconda sezione penale: quattro anni di reclusione. Invece, Vincenzo Pergolizzi è stato condannato a 10 anni di pena (18 in primo grado), Lorenzo Micalizzi a 8 anni (12 in primo grado), Francesco Pergolizzi a 4 anni e 8 mesi (5 anni e 4 mesi) e Giuseppe Rizzitano a 7 anni e 8 mesi (9 in prima battuta). Al contrario, pena lievemente più alta (tre mesi) per Orazio Faralla, a cui sono stati inflitti 3 anni e 8 mesi. Il pool difensivo è stato composto dagli avvocati Salvatore Silvestro, Massimo Marchese, Salvatore Stroscio, Tancredi Traclò e Domenico Andrè. La maxi-operazione “Gramigna”, scattata il 22 luglio 2012, ha alzato il velo sulle nuove leve criminali in città, con particolare riferimento ai clan di Giostra e di Camaro, dediti ad attività illecite quali associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, estorsioni, usura, maltrattamento di animali e corse clandestine di cavalli. Al centro dell’inchiesta, condotta dai carabinieri, coadiuvati dalla Squadra mobile, coordinati dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco, gli affari dei boss emergenti messinesi Domenico Arena, considerato il “reggente” del clan del rione Giostra, Lorenzo Micalizzi, indicato al vertice del gruppo del villaggio di Santa Lucia sopra Contesse, e Vincenzo Pergolizzi, al vertice del clan di Camaro. Oltre due anni fa, furono eseguite ben 46 ordinanze di custodia cautelare (42 in carcere e 4 ai domiciliari). In poche ore, ampie porzioni del territorio cittadino furono “bonificate” dall’erba infestante, la Gramigna appunto, anche se le indagini furono avviate nel 2008, quattro anni prima di quel blitz liberatorio. 

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