I duellanti. Ma al posto di Harvey Keitel e Keith Carradine, i protagonisti dello splendido esordio cinematografico di Ridley Scott, ci sono loro due, il prefetto Stefano Trotta e il sindaco Renato Accorinti. Non nascondiamoci dietro il dito istituzionale. Ormai da tempo, senza cappa e spada come al cinematografo ma a colpi di comunicati, l’arma moderna di scomunica, si beccano su questioni che dovrebbero essere assolutamente lineari da affrontare e risolvere nell’unico sacrosanto interesse da perseguire, ovvero quello della città, già abbastanza disgraziata e derelitta, senza futuro, con un Natale senza luminarie della strada e della mente, un porto che imbarca solo sabbia e non “bastimenti”, un respiro poco corale, affannoso e sonnolento. Il problema è che tutto questo vicendevolmente bacchettarsi non porta da nessuna parte. Anzi penalizza tutti. Ma si può accettare che una partita di pallone che sarà vista in televisione si possa giochicchiare con le porte chiuse? No, non si può accettare. Bisogna dimenticare le personali antipatie istituzionali e risolvere tutto nel giro dei tempi strettissimi concessi. In questa città abbiamo sopportato, in passato, persino un prefetto e un questore che nemmeno si parlavano, con quest’ultimo passato alla storia per aver multato un corteo funebre in presunto senso vietato. Risparmiate ai messinesi onesti altri siparietti di chi, come sospirava il grande e dimenticato Barolo Cattafi «... successe a chi successe e non fa succedere».
Se i “duellanti” continuano a bacchettarsi a perdere è solo la città
di Nuccio Anselmo
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