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Un Natale senz’isola e senza “luce”, com’è triste
Messina...

                                                                                                    di Lucio D'Amico

 C om’è triste Messina. La vecchia canzone, interpretata magnificamente da Charles Aznavour, si riferiva a Venezia, ma mai come in questi tempi si adatta perfettamente alla nostra città. Triste come questo Natale che s’avvicina, alla ricerca disperata di segni di luce inghiottiti dal buio. Triste come l’isola pedonale di via dei Mille, cancellata e tornata a essere solo una strada caotica, per la gioia di qualche commerciante che così può posteggiare l’auto davanti al proprio negozio (che resta, però, desolatamente vuoto, anche ora che si può circolare liberamente...). La crisi si respira dovunque, in tutte, o quasi, le città italiane l’atmosfera pre-natalizia non è certo quella dei giorni migliori. Ma Messina è riuscita a fare ancor di peggio. Dopo un estenuante, e francamente insopportabile, dibattito che ha visto contrapposti i fronti del sì e del no all’isola pedonale, dopo mesi di assoluta incertezza, proprio nel periodo in cui le altre città assumono provvedimenti di pedonalizzazione, anche temporanea, per agevolare lo shopping natalizio, la nostra ha fatto esattamente il contrario. Col senno di poi, sarebbe stato molto meglio procedere all’inverso: non realizzare l’isola durante i mesi precedenti e farla ora a dicembre. Così come è avvenuto per circa un decennio. In realtà, erano stati proprio i commercianti di via dei Mille e via Giordano Bruno – quanto meno una loro folta rappresentanza – a chiedere non più un’isola temporanea, ma un luogo chiuso permanentemente al traffico, dove poter realizzare quegli interventi di risistemazione stradale e di arredo urbano tali da rendere autenticamente “isola” lo spazio pedonalizzato. Poi, si è innescato un corto circuito, si è assistito a una “guerra” di tutti contro tutti, tra gli errori commessi dall’amministrazione, le strumentalizzazioni politiche, il maldestro tentativo di certi consiglieri scopertisi esperti di mobilità urbana, le urla sguaiate di qualche “bottegaio” o “bottegaia” (i commercianti sono altra cosa) e alcuni spiacevolissimi episodi di intimidazione tra gli stessi esercenti. Alla fine ci ha rimesso la città. Una città che è l’unica in Europa a non avere una zona pedonale degna di tal nome. Non lo è l’area di piazza Duomo, mai completata e lasciata nel caos e nell’abbandono. Non lo è quell’aborto di isola attorno a piazza Cairoli. Lo sono, forse, la via Lepanto e le piazzette tematiche della cortina del porto, ma sono piccole gocce in un oceano di degrado viario e urbanistico. Non ci resta che cantare. Com’è triste Messina... 

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