Abbiamo perso tre posizioni. Nel 2013 eravamo novantunesimi, ora siamo novantaquattresimi (su un totale di 107 province italiane). Abbiamo ottenuto 450 punti, 150 in meno di Ravenna, che è la capolista, appena 23 in più di Agrigento, fanalino di coda. Davanti a noi c’è quasi tutto il Paese, comunque tutto il Centro-Nord. Dietro, realtà ancor più disperate della nostra: Palermo, Napoli, Vibo Valentia, Cosenza, Catania, Lecce, Enna, Caltanissetta, Taranto, Caserta, Foggia, Reggio Calabria e Agrigento. Città e province del profondissimo e sprofondato Sud. Nessuna sorpresa, pochissime novità. È la solita Italia a due velocità quella disegnata dalla classifica sulla qualità della vita stilata dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”. E Messina (il dato riguarda l’intera provincia) peggiora rispetto all’anno scorso, o forse sono altre città che vanno avanti, mentre noi restiamo fermi al palo. Ci sono state annate in cui è andata ancora peggio (per ben tre volte, nell’arco dei 25 anni, cioè da quando esiste questo tipo di classifica, siamo stati all’ultimo posto), ma non possiamo consolarci così. Parametri e criteri, come sempre, sono opinabili, però gli indicatori, in linea di massima, rispecchiano la realtà dei fatti. Indicatori che fanno riferimento a sei aree principali: tenore di vita, affari e lavoro, servizi-ambiente-salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero. Per il tenore di vita Messina addirittura è la penultima provincia d’Italia. Peggio di noi soltanto la dirimpettaia Reggio. Come dire, in riva allo Stretto il benessere è merce rarissima. Siamo all’89. posto per il valore prodotto pro capite, al 93. per il patrimonio delle famiglie medie (la ricchezza dei privati), al 76. per l’importo medio delle pensioni, al 102. per i consumi familiari, al 103. per l’inflazione, al 65. per il costo delle case in centro. Riguardo all’indicatore “affari e lavoro” Messina è novantaquattresima. Non siamo male per imprese registrate ogni cento abitanti (74. posto), scendiamo però per il tasso di occupazione totale (41,51 per cento rispetto al 71,51 di Bolzano, prima in questa speciale graduatoria) e per quello dell’imprenditoria giovanile (siamo al 38,41 per cento). Su “servizi, ambiente e salute”, ci fermiamo al novantasettesimo posto. La “pagella ecologica” ci boccia su tutta la linea: per l’indice di Legambiente-Ecosistema urbano, sprofondiamo al 104. posto. E meno male che ci aiuta il clima (la differenza tra mese più caldo e più freddo), lì siamo addirittura alle soglie della top ten. Ci difendiamo (stranamente) sul fronte sanità, visto che siamo cinquantunesimi per tasso di emigrazione ospedaliera, e la speranza di vita media nella nostra provincia si attesta sugli 81,30 anni. Scendiamo di nuovo in piena zona retrocessione per la velocità della giustizia.
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