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Adescava minori
africani, uomo non
risponde al Gip

Ha fatto scena muta davanti al magistrato che doveva interrogarlo. Il gip Maria teresa Arena stamattina ha fatto appena in tempo a recarsi nel carcere di Gazzi, redigere il verbale e tornare a Palazzo di Giustizia. Il 49enne impiegato messinese, arrestato sabato dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver adescato alcuni minori africani ospiti del centro di accoglienza Primo Nebiolo all’Annunziata, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma non si tratta di una strategia difensiva, si è affrettato a spiegare il suo legale, l’avvocato Rossana Calafato. L’uomo è semplicemente molto provato da questa vicenda, ha difficoltà ad interloquire e non sarebbe stato in grado di affrontare un interrogatorio. Il codice gli concede la facoltà di non rispondere alle domande del giudice ma il 49enne non intende sottrarsi all’interrogatorio. L’avvocato Calafato ha fatto sapere che nei prossimi giorni lui stesso chiederà di essere sentito e di poter spiegare gli esatti termini di questa storia. L’impiegato è convinto, infatti, che appena potrà chiarire tutti gli aspetti della vicenda la sua posizione sarà notevolmente alleggerita. Per ora rimane in carcere, in misura protetta, cioè sorvegliato giorno e notte dagli agenti di Polizia penitenziaria. Intanto proseguono le indagini della Polizia.  Erano stati proprio gli uomini della Squadra Mobile a notarlo da qualche giorno aggirarsi con la sua utilitaria attorno al centro nebiolo,  la struttura universitaria da circa un anno attrezzata a centro di accoglienza dei migranti. Il 49enne dall’auto richiamava la loro attenzione e consegnava dei bigliettini con l’indicazione del suo nome d’arte, Manuel, e del numero di telefono cellulare. Poi erano gli stessi minori a contattarlo.  L’uomo, si appartava in auto con i ragazzi che ricompensava con somme fra 5 e 10 euro o con la promessa di farli lavorare in un supermercato. La Polizia ha accertato almeno un caso in cui l’impiegato ha avuto rapporti con un 15enne e due tentativi nei confronti di due minori di 15 e 17 anni tutti di origine africana.  Nei prossimi giorni sarà nominato un esperto per effettuare una perizia sul pc e sull’Iphone sequestrati nell’appartamento del pedofilo. 

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