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Erosione costa,
cannone sparerà
sabbia a Galati

Un cannone che può sparare la sabbia anche a notevoli distanze. Uno dei requisiti che ha spinto l’autorità portuale a preferire l’azienda di Marghera per effettuare questa volta le operazioni di dragaggio nel porto di Tremestieri. Con questa speciale attrezzatura, una volta caricata sulla nave la notevole quantità i sabbia, circa 20 mila metri cubi, sarà possibile trasferirla e quindi depositarla sul vicino litorale di Galati. La Dragaggi è l’unica impresa italiana, inoltre, a possedere una draga a strascico autocaricante e autopropulsa capace di spostare il materiale attraversi una tubazione lunga fino a 4 chilometri d distanza e senza stazioni intermedie. Tantissimi gli interventi in porti e litorali italiani, soprattutto nel versante Adriatico. Qui a Messina sa di giocarsi una carta importante con l’intervento che andrà ad eseguire. Piccolo se vogliamo trattandosi di un appalto di circa 200 mila euro, ma che precede quelli ben più consistenti che già nel 2015 saranno eseguiti per combattere il fenomeno dell’erosione della costa con i 17 milioni stanziati dal governo. Senza tralasciare la mega opera del novo porto di Tremestieri, in cui inizio potrebbe avvenire nel corso del prossimo anno. Proprio dall’area dove sorgeranno le nuove invasature, ci sarà tanta sabbia da sbancare, ottima per poter ricostituire gli arenili in varie zona della costa messinese. Dovesse dare i risultati sperati, quello del ripascimento mirato a Galati, si potrebbe pensare di ricorrere a questa metodologia per tentare di risolvere un problema che inizia a farsi molto serio sia sulla costa ionica quanto su quella tirrenica. Prima l’impresa veneta possa entrare in azione bisognerà valutare i nuovi danni che ha causato l’ultima sciroccata, poi attendere il via dalla regione che ha già ricevuto le analisi del materiale da asportare e trasferire. Lunedì intanto l’autorità portuale convocherà a Messina i responsabili della Dragaggi per pianificare questa inedita operazione per i nostri litorali.  

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