La ricchezza del territorio è anche la sua rovina. Quei chilometri di costa, da sud a nord, divorati dall’erosione, sono il simbolo di una lotta impari. Da un lato, i progetti coltivati in decenni e le opere realizzate (o solo annunciate e finora mai avviate), dall’altro i “castelli” costruiti sulla sabbia. La sabbia che è diventata il problema principale lungo la costa tra Tremestieri e Galati, lì dove centinaia di famiglie vivono ormai in uno stato di apprensione quotidiano, con l’incubo dello scirocco e delle mareggiate che arriveranno. Riflettori accesi – durante la trasmissione “Punto Franco” an - data in onda su Rtp e condotta ieri sera da Salvatore De Maria – sui villaggi costieri a rischio, sugli interventi di erosione e sulla situazione complessiva di Tremestieri, tra gli approdi emergenziali ancora insabbiati e il nuovo porto commerciale il cui iter di costruzione potrebbe finalmente sbloccarsi, da qui a qualche mese. In studio il segretario generale dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina, l’assessore comunale alle Politiche del Mare e alla Protezione civile Filippo Cucinotta e il prof. Giovanni Randazzo, docente di Geologia ambientale all’Università di Messina. In diretta il collegamento con il bar della piazza di Galati, dove di fatto si è riunita gran parte del villaggio, con i rappresentanti della Circoscrizione, dal presidente Vincenzo Messina a uno dei consiglieri più “combattivi” Carlo Dainotta (presente anche, a testimoniare i disagi dei centri costieri della zona tirrenica, tra Orto Liuzzo e Torre Faro, il consigliere circoscrizionale Mario Biancuzzo). Le preoccupazioni degli abitanti di Galati non sono state fugate. Tra oggi e domani è prevista una nuova sciroccata, ne potrebbero arrivare altre prima di Natale. E ancora nessun’opera è stata realizzata a protezione dei complessi residenziali che fino a qualche anno fa erano a ragguardevole distanza dal mare e che ora, invece, sono a ridosso di una spiaggia che non esiste quasi più. Sono state analizzate le cause di questo disastro, dovute in parte alla realizzazione della barriera soffolta di Santa Margherita e in parte alla costruzione, anzi per meglio dire alla mancata manutenzione delle opere realizzate nello scalo portuale di Tremestieri. Il prof. Randazzo è stato chiaro: «Se continuiamo ad affrontare il problema dell’erosione con le barriere rigide, spostiamo i disagi da un posto all’altro. E se ora il fronte più grave a Galati, fra uno o due anni sarà a Mili. È inevitabile che accada. L’unica soluzione è un piano serio e organico di difesa della costa, con interventi adeguati di ripascimento e demolizione di quelle opere o costruzioni che aggravano la situazione». I fondi che sono stati stanziati per la lotta all’erosione, nell’ambito del decreto Sblocca Italia, sono preziose boccate d’ossigeno («Messina è l’unica città metropolitana da Napoli in giù che ha intercettato le risorse presentando subito progetti cantierabili», ha sottolineato l’assessore Cucinotta) ma la questione va affrontata con una vera “cabina di regia”, come ha chiesto il presidente del Quartiere Messina. Senza più rimpalli di responsabilità tra enti e istituzioni e senza che la burocrazia detti legge sulla stessa volontà politica e sulle (vane) attese della gente.