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Messina, per uscire
dalla crisi servono
risultati eccezionali

Un assistente che costringe l’arbitro alla ripetizione di un rigore è un unicum, roba da giurisprudenza calcistica. Il signor Colatriano di Pescara, assurgendo a ruolo di protagonista, si è preso una bella responsabilità, forse troppa, perché al secondo tentativo Montalto ha fatto centro. Lo stesso attaccante, peraltro un ex, ha, poi, realizzato il gol della vittoria per i pugliesi. La scelta, discutibile e inopportuna, del guardalinee crea un precedente pericoloso e alla fine pesa sull’esito della gara. Senza l’eccesso di pignoleria, il Messina, probabilmente, non avrebbe perso la partita a Martina Franca e il giudizio complessivo non sarebbe  stato così severo. Ma, allo stesso tempo, creando alibi si rischia di fare solo il male della squadra giallorossa apparsa, al cospetto di una cosiddetta pari grado, poco tonica e reattiva soprattutto nel secondo tempo.  Giro palla inconsistente, scarsa precisione dei passaggi, difficoltà nel creare la superiorità numerica, rifornimenti aerei per Bjelanovic praticamente nulli. Al “Tursi”, come un anno fa, non ha funzionato niente, questo il vero motivo di una prestazione deludente. A parziale giustificazione, l’assenza di ricambi in mezzo perché gli infortuni, soprattutto di Damonte e Bortoli, hanno tolto al tecnico la possibilità di modificare e dare nuova linfa nel momento clou del match. La situazione in classifica è difficile ma non drammatica. C’è un piccolo vantaggio sulla zona play-out di due punti, da difendere e, possibilmente, da incrementare anche se il calendario non è dei migliori. Nelle ultime quattro giornate dell’anno i peloritani affronteranno Catanzaro e Benevento in casa, Ischia e la neo capolista Salernitana fuori. Serviranno cuore, carattere e il recupero di alcuni degli infortunati. Poi toccherà alla società fare la propria parte, intervenendo sul mercato con ingaggi mirati affinché l’obiettivo stagionale, cioè la permanenza, non diventi una corsa ad ostacoli. 

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