Lotta tra la vita e la morte e meriterebbe più di un miracolo – già provata da tragiche perdite – Roberta Imperiale, 18 anni, studentessa del Liceo classico Don Bosco. Dopo la morte della madre e del padre, entrambi cinquantenni, in poco più di un anno tra il 2013 e il 2014, adesso un incredibile incidente, capitatole nella notte tra sabato e domenica, minaccia la vita di questa ragazza e getta nell’angoscia i tanti che le vogliono bene. Dall’una di notte di sabato si trova ricoverata, in condizioni critiche, nella Rianimazione del Policlinico, dopo l’incidente autonomo che l’ha interessata mentre viaggiava sulla moto condotta dal diciassettenne compagno di banco dopo una bella serata trascorsa tra amici in un’abitazione de “Il Mito”. Un incidente così apparentemente lieve nella dinamica e al contempo così tremendo: più che alla “Yamaha Rx 125” gui data dal suo amico, è capitato a lei che, secondo le ricostruzioni, avrebbe avuto un mancamento e si sarebbe staccata all’improvviso dalla schiena dell’amico il quale, accortosi dell’accaduto, si è girato su stesso perdendo l’equilibrio e finendo anche lui sull’asfalto. Teatro di questo dramma, poco prima dell’una, la discesa che dal complesso “Il Mito” conduce a Camaro Superiore. Il diciassettenne procedeva a bassa velocità quando Roberta è caduta sull’asfalto, battendo la testa e procurandosi così i traumi più gravi. È in corso d’accertamento se, al momento dell’impatto, la giovane indossasse il casco regolamentare. Il compagno di banco, con le sue disperate invocazioni di aiuto, ha squarciato il silenzio imperante lungo la strada del complesso in quel momento deserta. Accortosi che le case erano lontane e difficilmente lo avrebbero udito, ha chiamato con il suo cellulare il 118 e poi il 113. Sul posto le volanti della polizia e l’ambulanza il cui personale s’è subito reso conto della gravità dei traumi ed ha intubato la ragazza. Di corsa a tutto gas verso la Rianimazione del Policlinico dove a Roberta Imperiale, in coma farmacologico, sono stati diagnosticati un trauma cranico-encefalico e un politrauma al torace. I medici delle due equipe che agiscono in sinergia per salvarla, quella di Neurochirurgia diretta dal prof. Nino Germanò e l’altra di Rianimazione coordinata dal prof. Antonio David, vigilano dalla notte di sabato, ora dopo ora, su alcuni parametri cerebrali, monitorati grazie ad un sondino che è stato inserito nel capo della ragazza con un piccolo intervento chirurgico. Si sta facendo di tutto, insomma, per restituire alla coscienza e alla vita questa giovane così stimata i cui parenti, le zie, le nonne, i cugini, e tanti compagni e professori del “Don Bosco” hanno invaso la sala d’attesa, avvinti dall’angoscia, dal dolore, dall’amore per Roberta.
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