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"Casa Mosè non deve chiudere", si alza la protesta

Di Messina tutto si può dire tranne che non sia una città accogliente. A dimostrarlo, remando contro corrente rispetto a un trend nazionale, gli abitanti del quartiere di Camaro, soprattutto le donne e i bambini che hanno accolto i minori immigrati con uno straordinario spirito materno. Sbarcati il 21 luglio a Messina i ragazzi hanno dai 14 ai 17 anni. Secondo quanto dettato dal dipartimento dei servizi sociali con una comunicazione ai responsabili dell’AIBI che gestisce la struttura, oggi sarebbero dovuti essere trasferiti in altri centri a Mili, Roccavaldina e S.Lucia del Mela. Il problema sembrerebbe economico e burocratico. Ci sarebbero 130 mila euro inviati appositamente dal Ministero che sono fermi al Comune

A sostenere la protesta il parroco di Camaro, p. Cento e i rappresentanti del quartiere guidati dal presidente Natale Cucè. “Il sindaco, ha detto, sta dimostrando di avere scarsa attenzione per le tematiche sociali discostandosi non poco da quanto promesso nel suo programma elettorale”. Per oggi il pericolo sembra scongiurato, ma adesso bisognerà gestire la situazione pensando soprattutto a non turbare ulteriormente questi ragazzi già provati dal drammatico viaggio in mare. 

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