Si è parlato di strategia, di complotto, di mani poco libere, di commissione d’indagine. La vicenda ospedale Piemonte non è chiara e oggi le perplessità sono emerse in tutta la loro gravità durante l’assemblea cittadina organizzata dal comitato “Salvare l’ospedale Piemonte” con la Funzione pubblica di Cisl e UIl. A prendere posizione ieri sera anche il Movimento Cambiamo Messina dal Basso che con una mail inviata al presidente del Comitato Minasi si schiera per il mantenimento dell’attuale nosocomio. Ma nessuno del Comune, se non qualche consigliere comunale di buona volontà, si è fatto vivo oggi benché l’assemblea fosse stata organizzata questa volta, non a caso, dentro il palazzo municipale. Non permetteremo a nessuno di toccare gli attuali servizi che il Piemonte offre, ha detto Calogero Emanuele della Cisl. Vogliamo capire se il sindaco ha le mani libere, ha gridato fra gli applausi Giuseppe Calapai. L’assemblea si è ulteriormente animata quando il segretario della UIl fp ha dichiarato di voler ritirare idealmente il voto ad Accorinti. Poi si sono succeduti diversi interventi tra questi quello dell’on. Santi Formica tra i firmatari del disegno di legge che prevede la fusione del Piemonte con l’Irccs Neurolesi. Il documento definisce le posizioni o meglio le vocazioni delle due realtà di assistenza e cura del Piemonte e di ricerca e lungodegenza del Neurolesi. L’unico modo per salvare l’ospedale è tiralo fuori da quella azienda, ha detto Formica, così come previsto nel ddl su cui domani sarà presentata in VI commissione, la relazione del governo regionale. Certo il dato di fatto che su sei miliardi di fondi europei a Messina siano stati destinati solo 20 milioni la dice lunga sulla considerazione della città nelle stanze regionali dei bottoni.