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Verso la sfiducia? Accorinti: noi non ci fermiamo

 L’ennesima “missione” nella Capitale è stata anche l’occasione per una più ampia riflessione sul difficile momento vissuto in città. Palazzo Zanca è assediato da emergenze di ogni genere, la programmazione nei vari settori va a farsi puntualmente “benedire”, i contrasti tra amministrazione e consiglio si fanno sempre più feroci e circola con insistenza l’ipotesi di una possibile mozione di sfiducia nei confronti della giunta Accorinti, che potrebbe essere presentata subito dopo le festività di fine anno. Il sindaco, da parte sua, continua a dirsi assolutamente sereno. «Come ho già detto in passato avrò commesso mille errori, ma ho la coscienza a posto e più del lavoro svolto in questi 16 mesi ritengo non si potesse fare. Non voglio medaglie al petto, ho voluto io la bicicletta e sto pedalando come un matto, non mi pento, anzi sono felice perché quella cominciata nel giugno 2013 è un’esperienza che non dimenticherò mai, che mi ha arricchito sul piano umano e mi ha consentito di conoscere ancora più a fondo la città per la quale avevo speso quarant’anni di impegno sociale e civile». Tra tutti gli scontri avuti, tutte le polemiche, dentro e fuori il Palazzo, l’unica accusa che fa infuriare Accorinti è quella più volte ripetuta, diventata ormai una sorta di “chiodo fisso” per alcuni: «Invece di pensare al Tibet, pensi alla nostra città». È di fronte a questo attacco che il sindaco perde la pazienza: «No, questo di me non possono dirlo. Dicano che sono scarso, che non so risolvere i problemi, che altri hanno la bacchetta magica e saprebbero trovare le soluzioni che noi non abbiamo, ma nessuno può mettere in dubbio non solo il mio impegno personale, ma quello di tutti i componenti della mia giunta, al servizio esclusivo della nostra comunità. Non abbiamo altri interessi, non coltiviamo altri disegni politici e elettoralistici. Siamo questi, la squadra del 2013, io dormo tre ore a notte, il resto lo dedico alla città di Messina. E non si dica neppure che facciamo solo proclami, senza produrre atti concreti. Abbiamo un elenco infinito di decisioni prese, in tutti i settori, sempre tenendo conto della drammaticità dell’attuale situazione. Stiamo governando una città di 240 mila abitanti senza neppure una delle risorse che altre amministrazioni hanno avuto. Eppure abbiamo finora scongiurato il dissesto, abbiamo impostato un serio e credibile Piano decennale di riequilibrio, abbiamo pagato regolarmente gli stipendi, abbiamo posto le basi per la riorganizzazione dell’intero sistema dei servizi sociali e delle partecipate, abbiamo dato segnali importanti per innalzare i livelli di qualità della vita. Dalla differenziata alle “ciclabili”, dall’isola pedonale alle ordinanze sui Tir. Noi non consideriamo perse le battaglie condotte finora, le rivendichiamo e continueremo a portarle avanti, ogni nostro sforzo è volto al bene comune».

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