La considerazione, più che interrogazione di Antonella Russo nella doppia veste di consigliere comunale e di avvocato, quindi di chi vive ogni giorno quella realtà in prima persona. Parla del rischio dell’ennesimo scippo che Messina potrebbe dover affrontare, e tra i più devastanti. La consigliera ripercorre passo passo la cronistoria della mancata realizzazione del secondo palazzo di giustizia, fino ad arrivare, in particolare, allo scorso 12 novembre, quando a Palermo l’unione dei fori siciliani e la commissione antimafia dell’ars hanno concretamente valutato il rischio che la corte d’appello peloritana venga soppressa. Un fatto – sottolinea Antonella Russo- di una gravità assoluta anche per le conseguenze immediate, cioè la chiusura di altri presidi pubblici in città che dovrebbero quindi, da quel momento fare riferimento a Catania. Si tratta dell’ufficio distrettuale antimafia, deòla legione provinciale dei carabinieri, del tribunale di sorveglianza, del tribunale dei minori. Il nostro territorio sarebbe privato di importanti presidi di legalità e di lotta alla mafia. L’eventuale chiusura della corte d’appello distrettuale – spiega la consigliera- è chiaramente legata alle decisioni del ministero della giustizia, che da un lato sopporta per la nostra città un costo di affitto immobili di circa 2 milioni di euro all’anno, dall’altro vede che i suoi amministratori non riescono, da quasi un ventennio, ad utilizzare un finanziamento di circa 17 milioni di euro che avrebbe definitivamente risolto il problema strutturale della giustizia a Messina. L’esponente del gruppo misto, vicina ai democratici ricorda anche la disponibilità del rettore dell’università Pietro Navarra a lasciare la Casa Studente sulla via Cesare Battisti, sito che aveva messo d’accordo tutti : magistrati, avvocati e consiglio comunale. E inoltre che nei giorni scorso al sindaco è stato notificato un atto stragiudiziale da parte della associazione forense della camera penale di Messina in cui schede se la giunta voglia o meno date esecuzione alla delibera dell’aula. Quanto tempo si vuole perdere ancora- si chiede la consigliera - stante che fra l’altro, sono naufragate le tre opzioni che il primo cittadino aveva avanzato, e cioè l’ex ospedale Margherita e l’ospedale militare e l’ex caserma di Bisconte . Si vuole o no – esorta- dare una risposta non solo agli operatori della giustizia, ma a questo punto alla città intera?