Un lungo fronte costiero di erosione e paura da Contesse a Santa Margherita passando per Tremestieri, danni consistenti ai piani bassi di case e ad alcuni cantieri navali, alla farmacia Freni di Galati, e ancora in questo sfortunato villaggio, tre piccole abitazioni sepolte da un paio di metri d’acqua (le famiglie Broccio, De Luca e Merlino). Ed ancora palme ed alberi che si schiantano in zone diverse centro, in viale San Martino e in via Buganza, fanno a pezzi un’auto , e solo per miracolo non causano una tragedia. E poi gli approdi di Tremestieri di nuovo pesantemente insabbiati e chiusi dalla Capitaneria. Fosche nubi si addensano sul futuro di questa struttura che era appena tornata in condizioni normali: vi è già la certezza che la banchina esterna, ancorché fosse protetta dal recentissimo rifacimento della diga, resterà a lungo inservibile per i Tir. Dopo il maltempo di ieri il Comune ha chiesto alla Regione la dichiarazione di stato di calamità in modo da pervenire, al più presto, alla proclamazione dello stato d’emergenza. Galati Marina – erà già tutto previsto – è stato ancora una volta la frontiera estrema sul filo di una tragedia scampata per miracolo. Il borgo ha subito l’ennesima terribile spallata del mare al suo litorale storico ormai perduto, dove da ieri il campo comunale di calcio è sparito, ridotto ad un pezzo di spiaggia e la falegnameria Bonfiglio è ridotta ormai a un cumulo dimacerie. L’idrovora dell’Autopar - co comunale e quelle della Protezione civile regionale hanno svuotato fino a sera la farmacia ed alcuni dei piani bassi di Galati, un lavoro destinato a continuare per alcuni giorni. Ma il terrore non corre solo a Galati Marina: nella notte e ancora ieri mattina la prima delle violente sciroccate d’autunno ha seminato il panico nella via Carbonara, a Tremestieri, a sud degli approdi. Ha devastato la strada costiera dopo aver scalzato una parte della mantellata di massi che la proteggeva e la voragine ha inghiottito l’auto di un residente, la “Peugeot 206” di proprietà di Antonio Ventra. Paurosi effetti distruttivi la sciroccata ha prodotto sul litorale del rione Contesse-Unrra, a valle del sottopasso. Qui le ondate hanno sventrato terreni e parte dei capannoni di tre cantieri, provocando danni gravi, ed al contempo hanno minacciato e quasi artigliato i binari Fs vicino alla stazione della Metroferrovia. Il titolare del cantiere “Vivere il Mare” (vedi pezzo a fianco...) ha subito la distruzione del tetto, di trattori e motori affidatigli dai clienti, e denuncia danni per 100.000 euro. Devastazione anche nel deposito del cantiere Paratore, laddove è finito in mare anche un macchinario per la lavorazione dell’alluminio, e si stimano danni per circa 55.000 euro. Danni in fase di stima anche al cantiere che sta in mezzo tra i primi due, la Bdmm, che si occupa di serbatoi d’acciaio. Uno scenario complessivo raccapricciante, in cui s’inserisce anche la distruzione della condotta comunale delle acque bianche. Ma non ci sono stati solo danni e pericoli a case e cantieri dei tre popolosi nuclei sud (Galati, Tremestieri, Contesse). Ieri momenti di terrore si sono vissuti sulla “114”, proprio al semaforo all’incrocio con la Nazionale. Due auto, prima una Panda e poi una Meriva, tra le 4 le 7 del mattino sono rimaste impantanate nella carreggiata in cui le onde irrompevano furiosamente. Fondamentale, per trarre in salvo gli occupanti, l’intervento della polizia municipale che ha presidiato le barriere dell’Anas. In serata il Comune ha riaperto la vitale arteria ma intorno alle 24 la stessa è stata richiusa per il pericolo.
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