Il destino del servizio di metromare, e dunque delle garanzie di continuità territoriale sullo Stretto, è legato ad un emendamento finanziario alla legge di stabilità: e adesso la piccola preziosa postilla c’è. Il senatore del Nuovo Centro Destra Bruno Mancuso ha infatti presentato un emendamento alla legge di conversione del decreto Sblocca Italia al Senato, per il trasporto marittimo veloce dei passeggeri sullo Stretto. «In caso di apposizione del voto di fiducia da parte del Governo, che escluderebbe modifiche ed emendamenti al testo –chiarisce il parlamentare messinese – si punta all’inserimento nella prossima legge di stabilità delle risorse necessarie alla continuità del servizio, 10 milioni di euro per ciascun anno nel triennio 2015-2017». Dunque ora la forma c’è, ma è nulla senza sostanza. Cioè senza la concretizzazione di quell’impegno finanziario annunciato e anzi ribadito a più riprese dallo stesso Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi per assicurare il finanziamento triennale al servizio, così da consentire una gara d’appalto di durata più lunga rispetto a quelle limitate a dodici mesi bandite degli ultimi anni. Il fondato timore, come abbiamo già evidenziato, è che invece si ripeta lo smacco dello scorso anno: i 30 milioni ovviamente non sono mai arrivati, ma grazie all’emendamento presentato in extremis dagli onorevoli Vincenzo Garofalo e Dore Misuraca, si è riusciti a garantire il servizio di metromare con un finanziamento di 8 milioni 400 mila euro, le risorse necessarie ad assicurare un altro anno di gestione al Consorzio guidato da Ustica Lines. Ora la situazione è la medesima: tutto dipende dalle sorti di un emendamento sperduto sull’imprevedibile scacchiere della politica, con l’aggravante della forte incertezza sulla reale consistenza della fonte di finanziamento da parte del Governo di una cifra così imponente. Ma a fronte dei devastanti dubbi, esistono alcune certezze: non sarebbero più possibili proroghe e d’altro canto la nuova predisposizione di una gara annuale potrebbe ancora una volta far fallire la gara per carenza d’interesse imprenditoriale. Con buona pace del diritto di tutti alla mobilità.
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