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Servizi sociali, protesta e caccia ai soldi

Tira la corda prima o poi si spezza. La tensione è salita in maniera esplosiva fino all’occupazione di Palazzo Zanca. I servizi sociali sono in serissimo pericolo e due, tre mila persone rischiano di perdere un sostegno determinante per la loro vita.

Altri 500 messinesi per lo stesso motivo, invece, rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Il blocco dei servizi sociali nasce dalla oramai consueta penuria di fondi per gli ultimi due mesi dell’anno.

Il 15 novembre scadranno i contratti con gran parte degli operatori del sociale. La mancata approvazione del bilancio di previsione di questo, non del prossimo, anno, ha chiuso i rubinetti per tutti un mondo di assistenza alla quale nessuno può fare a meno.

Ad oggi fra 10 giorni si bloccherebbe per mancanza di fondi il servizio assistenziale domiciliare per disabili che impiega 70 lavoratori ed opera con 184 messinesi ed  una lista d’attesa di altre 300 persone.

Sempre il 15 novembre si dovranno fermare i 136 operatori che garantiscono la il servizio domiciliare a mille anziani della città. Una delle situazioni più drammatiche è quella dello stop al trasporto nei centri riabilitavi. 23 fra autisti e assistenti ogni giorno accompagnano 150 cittadini con gravi disabilità ai Servizi riabilitativi, alla Dismed, all’Aias e all’Anfass.

Solo fino al 30 novembre resteranno aperti i tre asili nido di S.Licandro, Camaro e l’Angolo del Cucciolo.  Poi addio agli 80 piccoli che finiranno negli asili privati e addio anche 50 posti di lavoro. A serio rischio anche Casa serena, mentre attraverso economia di gestione resteranno aperti sino al 15 dicembre i Centri aggregazione giovanili. Salvo, perché ritenuto dalla legge indispensabile, il servizio di trasporto per i 150 studenti con portatori handicap..

L’assessore Guido Signorino è a caccia da settimane di questi fondi. Il taglio di sette milioni dei trasferimenti dallo Stato hanno complicato la vicenda. Il cambio di destinazione di parte degli 8 milioni della Tasi, decisa in consiglio comunale, ha moltiplicato le difficoltà ed ora è caccia all’ultimo centesimo per finanziare, in emergenza, i servizio delle prossime settimane.  

Ogni mese servono almeno un milione e duecentomila euro per garantire i servizi sociali. 15 milioni per un anno ma i soldi sono sempre solo per i primi dieci mesi. Ogni anno mancano due milioni, è questo e il prossimo rischiano di non fare eccezione.  

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