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Sigilli alla discarica
di Mazzarrà Sant'Andrea

L’inchiesta ha radici profonde che affondano addirittura agli anni della guerra di mafia a Barcellona, agli omicidi eccellenti fra i clan della zona che si contendevano il lucroso affare della gestione della discarica di Mazzarrà S.Andrea. Un business da centinaia di milioni che le famiglie mafiose gestivano spesso con la complicità di amministratori locali senza scrupoli. L’operazione “Vivaio” portò alla luce, grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli affari illeciti che giravano attorno al sito di contrada Zuppà. E già allora l’attuale sindaco di Furnari Mario Foti lanciava i suoi strali contro i mafiosi che avevano occupato il territorio. Il provvedimento di oggi scaturisce dall’inchiesta della Procura di Barcellona una cui costola riguarda proprio le denunce di Foti  sui lavori di ampliamento della discarica e dell’on Sonia Alfano presidente della commissione antimafia europea. Non più tardi di 48 ore fa il sindaco di Furnari, Mario Foti aveva inviato una durissima denuncia, condettagliata cronistoria dei fatti e misfatti consumati nel sito di Mazzarrà Sant’Andrea a tutti gli enti interessati. Foti ha ribadito che si tratta di un’opera interamente abusiva sotto il profilo urbanistico ed edificatorio, è staticamente instabile e pericolosa ed insiste in un’area a rischio idrogeologico,  a distanza non regolare dal bacino idrico protetto nel quale si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari.  Secondo Foti tutte queste situazioni connesse potrebbero provocare  un improvviso crollo con sversamento di percolato nell’alveo del Torrente Mazzarrà. Se poi si aggiunge l’enorme abbancamento di rifiuti non autorizzati e non previsti dal progetto che determina una situazione di instabilità ecco la richiesta di sequestro della discarica con l’apposizione dei sigilli. Del caso Mazzarrà da qualche tempo si sta occupando anche la Regione che ha ritirato anche le autorizzazioni per ampliamento e realizzazione del biostabilizzatore.  Ma ciò che preme alla Procura di Barcellona ed a Foti è soprattutto la tutela della salute dei cittadini oltre che far emergere il malaffare. Nella recente conferenza dei servizi che si è tenuta a Palermo al quale ha partecipato il sindaco di Furnari è stato stabilito che la discarica di Mazzarrà è un’opera abusiva che impone una immediata chiusura poiché con l’attuale esercizio abusivo continua a determinare un grave danno alla salute dei cittadini di Furnari e rischia di creare un danno ambientale irreparabile nel territorio circostante”. 

Per Foti ciò emerge anche dalla circostanza che in detta sede si è definitivamente acclarato che la società TirrenoAmbiente S.p.A., che gestisce il sito della discarica, ha accumulato abusivamente più di 30 metri in altezza di rifiuti per tutta la circonferenza della discarica, oltre ad aver smantellato abusivamente un tratto di montagna ed aver abbancato terre da scavo, anch’esse senza autorizzazione. “Tale opera illecita, poiché non prevista nel progetto approvato dalla Regione Siciliana, come peraltro contestato durante la conferenza dei servizi ed ammesso anche dalla stessa società Tirrenoambiente S.p.A., è la causa delle profonde crepature e cedimenti, che creano una situazione di assoluta emergenza igienico- sanitaria e di pericolo per la stabilità di tutto il sito”.

Foti nella sua dettagliata denuncia ha evidenziato i “quattro pozzi abusivi utilizzati dalla TirrenoAmbiente spa, per l’approvvigionamento idrico ad uso industriale, in violazione della normativa vigente, o sulle opere edilizie che insistono nell’impianto realizzate in difformità allo strumento urbanistico del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea.  Insomma irregolarità a tutto campo e pesanti strali lanciati anche verso quegli amministratori totalmente inerti in tutti questi anni che hanno consentito il grave scempio ambientale. Amminsitratori che presto potrebbero finire nell’ampio falcone della procura di Barcellona per rispondere delle loro gravi omissioni. 

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