Rimosso un ostacolo, anzi il principale ostacolo, riaprono i cantieri. Per la gioia di costruttori, progettisti, ordini professionali e sindacati degli edili. Sarà tutta una casualità, ma da poco più di un mese il presidente della Regione Rosario Crocetta, mediante il suo braccio armato (la potentissima burocrazia siciliana), ha deciso di fatto l’esautoramento dell’ing. Gaetano Sciacca da ingegnere capo del Genio civile, e sul torrente Trapani è ripreso a ritmo intenso il lavoro della gru che sta tirando su un altro dei palazzoni rimasti bloccati per anni. Sciacca sapeva di aver forzato l’interpretazione normativa, bypassando il famoso articolo 32 della legge regionale 7 del 2003, quello che nelle intenzioni di chi lo propose dovrebbe servire a velocizzare le procedure per la realizzazione di interventi edilizi, arrivando a prevedere la paradossale situazione di edificare comunque, in fretta e furia, salvo poi demolire il fabbricato qualora si accertasse il mancato rispetto dei requisiti antisismici. Non si rende necessaria l’autorizzazione all’inizio lavori. Follie siciliane. L’ingegnere capo del Genio civile, per anni, con proprie circolari, ha bloccato tutte le richieste relative all’applicazione dell’articolo 32, invocando il rispetto di un interesse generale superiore a tutto il resto, cioè la tutela del territorio (soprattutto nelle porzioni maggiormente a rischio) e della pubblica e privata incolumità. Ora evidentemente, con l’ing. Sciacca in ferie “forzate”(in attesa di conoscere l’esito della causa davanti al giudice del lavoro), l’articolo 32 ha ripreso il suo corso “regolare”. E così l’Ordine degli ingegneri non griderà più allo “scandalo”, i costruttori tireranno un sospiro di sollievo, anche se poi tutti dovrebbero spiegare a chi venderanno mai nuove case in una città che si sta spopolando giorno dopo giorno e che ha sul “groppone” migliaia di abitazioni sfitte o invendute. A temere la ripresa della stagione della cementificazione è la portavoce del Wwf Sicilia Anna Giordano: «Evidentemente tutto ciò fa parte della cosiddetta rivoluzione siciliana, ovvero, ripartire con cantieri ovunque, soprattutto in aree a rischio. Sfugge a chi ha permesso che si ricominciasse a costruire senza valutare luoghi e situazioni (oltre che un mercato saturo), che una fiumara coperta non perde il suo ruolo di collettore di acque piovane: semplicemente, non potrà accoglierle e le farà scorrere più veloci e potenti. Così come i pendii, i suoli intorno ad essa, un tempo in grado di assorbire l'acqua, una volta impermeabilizzati, renderanno la pioggia più distruttiva che mai. Il tutto accade in una città che ha una fragilità enorme. Ciò che si vede, qui e altrove, smentisce tutto: sia la rivoluzione siciliana che ha tolto un funzionario pubblico che faceva solo ed esclusivamente del bene per tutti, sia i proclami sul consumo di suolo zero, che zero non è».