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Corsi d'oro, beni
dissequestrati
all'on. Genovese

Il Tribunale del Riesame ha annullato il decreto di sequestro dei beni disposto dal Gip Giovanni De Marco nei confronti di Chiara Schirò, moglie dell’on. Francantonio Genovese nell’inchiesta Corsi d’oro sulla gestione di alcuni enti di formazione professionale. Il provvedimento riguarda la villa di Ganzirri nella quale il deputato sta scontando gli arresti domiciliari. Stesso provvedimento per la Calaservice,  la principale società, fra quelle indagate, riconducibile a Genovese, e la Centro Servizi. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Nino Favazzo contro il nuovo sequestro disposto il 22 settembre scorso.
Il Tribunale del Riesame ha annullato anche il decreto di sequestro di beni nei confronti di Giuseppina Pozzi e Natale Lo Presti. I giudici hanno così accolto il ricorso avanzato dagli  avvocati Bonny Candido ed Elena Florio.  Identico provvedimento è stato firmato a favore della Napi Service, una delle società fornitrici degli enti coinvolti nell’inchiesta.  
Il 22 settembre scorso la Guardia di Finanza aveva provveduto a sequestrare beni per circa 5 milioni di euro eseguendo il provvedimento de gip De Marco richiesto dal procuratore aggiunto Ardita e dai sostituti Todaro, Monaco e Carchietti.
Il Tribunale del Riesame ha annullato il decreto di sequestro dei beni disposto dal Gip Giovanni De Marco nei confronti di Chiara Schirò, moglie dell’on. Francantonio Genovese nell’inchiesta Corsi d’oro sulla gestione di alcuni enti di formazione professionale. Il provvedimento riguarda la villa di Ganzirri nella quale il deputato sta scontando gli arresti domiciliari. Stesso provvedimento per la Calaservice,  la principale società, fra quelle indagate, riconducibile a Genovese, e la Centro Servizi. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Nino Favazzo contro il nuovo sequestro disposto il 22 settembre scorso.Il Tribunale del Riesame ha annullato anche il decreto di sequestro di beni nei confronti di Giuseppina Pozzi e Natale Lo Presti. I giudici hanno così accolto il ricorso avanzato dagli  avvocati Bonny Candido ed Elena Florio.  Identico provvedimento è stato firmato a favore della Napi Service, una delle società fornitrici degli enti coinvolti nell’inchiesta.  Il 22 settembre scorso la Guardia di Finanza aveva provveduto a sequestrare beni per circa 5 milioni di euro eseguendo il provvedimento de gip De Marco richiesto dal procuratore aggiunto Ardita e dai sostituti Todaro, Monaco e Carchietti.

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