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Il futuro del “Piemonte”
si sta decidendo a Palermo

 La vera partita sul futuro dell’ospedale Piemonte si gioca domani a Palermo, dove l’assesso - re Lucia Borsellino definirà la tanto attesa rimodulazione della rete ospedaliera, con la dotazione di servizi e posti letto che è l’unica, reale, fondamentale certificazione dell’esistenza in vita di una struttura che possa definirsi “ospedaliera”. Partita nella quale peraltro, i rappresentanti politici e istituzionali messinesi non possono essere spettatori ma devono giocare un ruolo da protagonisti. Intanto, però, il fermento in riva allo Stretto è fortissimo, e mentre l’obiettivo da tutti dichiarato –e auspicato –è di “salvare” il più antico nosocomio cittadino, gli strumenti per raggiungerlo non sono per nulla condivisi, anzi sembrano elidersi a vicenda. Da un lato c’è l’azienda, guidata dal dg Michele Vullo, che sta avviando un non facile percorso di condivisione istituzionale e sociale. Dall’altro ci sono comitati e soprattutto sindacati che protestano vivacemente. E proprio le organizzazioni dei lavoratori hanno aperto un vero e proprio fronte di fuoco: mentre l’Ugl ne ha chiesto la rimozione, Cisl e Uil hanno presentato un ricorso in Tribunale per comportamento antisindacale contro Vullo, accusato, di «aver deciso unilateralmente di utilizzare fondi contrattuali della produttività. Abbiamo chiesto di convocare il tavolo come previsto dal contratto – scrivono i segretari della Funzione pubblica Calogero Emanuele e Pippo Calapai –e ci è stato risposto che non ci sono relazioni sindacali previste per tale istituto». Posizione che Vullo conferma: «Ritengo che la disponibilità di quel fondo spetti alla direzione generale. Inoltre, le risorse sono state usate per ripristinare la figura del responsabile dell’anticorruzione, ruolo essenziale che non era ricoperto». «Sul futuro dell’ospedale Piemonte –aggiunge il manager –potremo capirne di più tutti solo dopo la rimodulazione della rete ospedaliera. Io so solo che ho mandato a Palermo quanto richiestomi in merito al punto nascita unificato al Papardo, ma ancora non ho avuto risposte concrete. Intanto sto cercando di valutare il futuro del Piemonte non dicendo la mia, ma ascoltando i rappresentanti istituzionali. E non credo che i sindacati debbano rivendicare la partecipazione a quello che è un gruppo di lavoro aziendale. Per farsi ascoltare hanno i canali previsti dalla legge». Proprio la mancata partecipazione sindacale al tavolo tecnico che si riunirà pure domani alle 10 negli uffici del Piemonte di Villa Contino, è stata duramente contestata sempre da Cisl e Uil, che nei giorni scorsi hanno chiesto il verbale della commissione, auspicando che la situazione sia presa in mano direttamente dall’assessore Borsellino, «assumendo tutte le iniziative tecniche e politiche per arrivare a un punto fermo sul Piemonte, per il quale ribadiamo la richiesta di mantenere gli impegni assunti e quindi il mantenimento dell’ospedale».

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