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Fondo Fucile
cresce la paura

Cosa sta succedendo all’istituto comprensivo Albino Luciani di Fondo Fucile?  L’angosciante interrogativo circola sempre più insistentemente dopo il nuovo grave episodio che ha coinvolto i docenti di una scuola, presidio di legalità  in un quartiere a dir poco difficile. Ieri mattina qualcuno ha appiccato il fuoco alla Citroen C3 della dirigente scolastica Grazia Patanè, parcheggiata all’esterno dell’istituto.  Parabrezza e cofano sono stati cosparsi di benzina, poi il malvivente ha appiccato il fuoco. Il principio d’incendio è stato domato dal personale dell’Albino Luciani prima dell’arrivo dei VVF.   Un gesto che ha gettato nello sconforto quanti operano nella scuola e che segue di soli sei giorni un altro gravissimo episodio. Il 16 settembre fu incendiata la Mercedes cabrio della maestra elementare Argentina Sangiovanni. L’auto fu distrutta ma le fiamme danneggiarono anche  la vettura di una collega. Poi fu appiccato il fuoco anche ad un BMW 320 parcheggiato poco distante. Gli uomini della Squadra Mobile individuarono l’autore, un 13enne, ex alunno dell’istituto e già seguito dai servizi sociali. Il ragazzo però sbagliò obiettivo. Avrebbe voluto incendiare la macchina di una professoressa con la quale aveva avuto degli screzi nello scorso anno scolastico. Una vendetta fallita che però ha acceso i riflettori su Fondo Fucile e su un certo modo di agire e di relazionarsi con le istituzioni. Il 13enne era stato subito sospettato anche per l’incendio dell’auto della preside ma per  ieri mattina ha un alibi di ferro: il ragazzo infatti era a scuola. Gli investigatori stanno quindi sentendo insegnanti, il personale non docente e presto anche genitori e studenti per capire cosa stia accadendo alla Luciani. E’ chiaro che non si può più parlare di semplici atti vandalici  ma  dell’esistenza di un malessere più profondo. Forse i rapporti fra alcuni alunni insofferenti alle regole ed i docenti hanno innescato meccanismi che scatenano reazione incontrollabili della cui gravità forse i responsabili nemmeno si rendono conto. E già si parla di alzare muri attorno all’istituto,installare telecamere e istituire un servizio di vigilanza.  Quella che è ancora una scuola,un luogo dedicato all’istruzione rischia di trasformarsi in un fortino blindato nel cuore di uno dei quartieri più a rischio della città. 

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