Sulla polemica del taglio dei fondi ai servizi sociali interviene la Consulta delle organizzazioni che operano nel Terzo settore. In una nota, la presidente Lucia Maria Serio rimarca che "i servizi sociali scontano ancora una volta i danni nefasti della crisi economica e finanziaria. Quello che più importa, in questo preciso momento storico, è trovare le risorse finanziarie, materiali ed umane necessarie a garantire un sistema di welfare che risponda ai bisogni della comunità. Nell’ultimo anno sono aumentate le sacche di povertà, i livelli di disoccupazione e gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ecc..), intere fasce della popolazione vivono un profondo disagio sociale che interviene non solo sul piano economico e fisico, ma anche su quello psicologico". E ancora: "I cittadini, soprattutto quelli più fragili, non possono pagare lo scotto di una crisi economica che dal 2008 ha azzerato i finanziamenti del Fondo Sociale Nazionale, rendendo sempre meno esigibili alcuni diritti costituzionali e riducendo sempre più i servizi socio-assistenziali. La contrazione delle risorse infatti rischia di determinare, da un lato, un restringimento dei criteri di accesso per i servizi sociali venendo meno quell’universalismo selettivo di cui parla la legge 328/00; dall’altro lato l’affermazione di un welfare locale risarcitorio e poco attento alla prevenzione e alla promozione dell’agio e con l’eventualità di una riduzione dei livelli qualitativi dei servizi dovendo ricorrere a fornitori che assicurano costi inferiori". Alla luce di questo quadro drammatico per le sorti della città, il presidente della Consulta delle Organizzazioni che operano nel settore delle attività sociali invita le forze politiche, sindacali e sociali nonché la dirigenza comunale ad incontrarsi per trovare soluzioni congiunte. "Le politiche sociali dovrebbero diventare il fulcro attorno a cui fare ruotare le altre politiche e non dovrebbero essere marginalizzate. Il livello di civiltà di una comunità si misura anche dalla qualità e quantità dei suoi servizi sociali", conclude Lucia Maria Serio.