Tanti, tantissimi bambini. Ben 91 i minori sbarcati ieri mattina, intorno alle 8.20, dalla nave della Guardia Costiera “Diciotti”, su un totale di 462 migranti. L’ennesimo sbarco. L’ennesima mattinata vissuta sul molo Colapesce dai volontari, dal personale sanitario di Usmaf, Croce Rossa e Asp, dalle forze di polizia. Dall’esperta del sindaco Clelia Marano e dalla mediatrice culturale, dall’assessore Filippo Cucinotta e da Adalgisa Di Brisco dell’ufficio immigrazione. E poi Enzo Picciolo, dell’Asp, fino alle quattro del pomeriggio in giro per gli ospedali della città. Una macchina che ormai si muove con automatismi oliati sbarco dopo sbarco, rendendo routine ciò che doveva essere eccezione. L’emergenza si fa consuetudine, la straordinarietà diventa ordinarietà. Finendo per rendere “normale” che ad un bimbo venga dato un pezzetto di carta con su un numerino. Perché questo rimane, agli archivi, di giornate come quella di ieri. Numeri. 462 i migranti, 91 i minori, di cui solo 4 non accompagnati, 7 donne incinta. E poi i casi “particolari”. Dalla “Diciotti” è scesa anche una donna in sedia a rotelle, siriana. Ci si sforza di pensare a che tipo di viaggio possa aver fatto, una migrante in sedia a rotelle, in mezzo al Mediterraneo. Ma è difficile, impossibile. Così come è impossibile pensare, immaginare, la traversata di una donna non vedente. In 70 sono stati trasferiti alla caserma Gasparro, tutti gli altri, dopo una “tappa”al Palanebiolo, in Puglia. La conta si chiude con gli uomini del “business” dei migranti: gli scafisti. Nove i “presunti”, di questi sei sarebbero stati portati a Gazzi già ieri sera. E anche questo è diventato normale.
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