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Messina contesta la chiusura dello stadio ai tifosi

 La reazione dell’Acr Messina e dell’Amministrazione Comunale non si è fatta attendere, e prima che verbale è stata dal vivo: conferenza stampa congiunta in serata in un “San Filippo” illuminato esternamente e internamente. Un colpo d’oc - chio e un effetto scenico di grande impatto, che ha richiamato alla mente le indimenticabili notturne di Serie A. Uniti, Pietro Lo Monaco e Renato Accorinti hanno contestato l’ordinanza prefettizia. Non ha usato mezzi termini il patron giallorosso: «Una situazione grottesca, da chiarire al più presto, per rispetto della città e della gente, perché è stato commesso un vero e proprio sopruso. È tutto falso, senza fondamento: chi ha scritto questa delibera non conosce le condizioni del “San Filippo”; qui si possono giocare partite di A, e invece si decidono le porte chiuse. Forse si tratta del frutto di problematiche fra l’Amministra - zione Comunale e chi ha scritto la delibera prefettizia, anche se sarebbe di una gravità estrema. Ma il Messina non vuole entrare in queste diatribe». Lo Monaco ha anche contestato i singoli punti di criticità evidenziati dalla Commissione: «Mi piacerebbe confrontarmi con queste persone per confutare ognuno di questi punti ridicoli. Qui c’è la fotografia della porta divisoria che secondo la delibera non sarebbe stata posizionata: si tratta di un lavoro eseguito e notificato lo scorso 20 giugno; per quanto riguarda la “ticketing policy”, poi, l’Acr è l’unica società di Lega Pro che già a maggio ha proposto abbonamenti agevolati per i ragazzini; con viabilità e parcheggi l’anno scorso non abbiamo avuto alcun problema, pur giocando ben 35 partite. Sembra una storiella esilarante, poi, quando si parla di difetti dell’impianto di illuminazione, per una partita che si gioca alle 12,30. L’unico problema riguarda l’impianto di video sorveglianza, che è esattamente quello dello scorso anno per il quale abbiamo ricevuto l’ok a disputare anche incontri delicati, come quello contro il Cosenza, implementato con ulteriori punti mobili di ripresa. Non capiamo, quindi, chi o cosa abbia “guidato” la mano dell’insensato che ha scritto l’ordinanza: è una mancanza di rispetto per la gente di Messina, un insulto alla città.

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