Il gioco di parole è scontato ma, purtroppo, veritiero: più passano i giorni, più a Casa Serena la condizione è “serena” di nome ma non di fatto. Dallo scorso 1. agosto, da quanto è cioè diventata operativa la riduzione del personale a 52 unità (40 più i 12 altrimenti destinati licenziamento), la qualità dei servizi sembra essere un lontano ricordo. Come scritto nei giorni scorsi, Azione Sociale, in una lettera inoltrata ai parenti degli ospiti, ha annunciato che all’interno della struttura di via Sciva, proprio a causa del ridimensionamento della forza lavoro, «alcuni servizi e relativi interventi non possono essere più garantiti agli anziani che attualmente vi sono ospitati». Si va dal disbrigo pratiche non sanitarie all’accompagnamento esterno per accertamenti, visite specialistiche e controlli medici. Non è un caso, dunque, se lo scorso 25 agosto, un consistente numero tra parenti e ospiti di Casa Serena, abbia inoltrato una lettera alla Procura delle Repubblica, e per conoscenza anche al presidente di Azione Sociale, Giovanni Ammendolia, come dallo stesso confermatoci, evidenziando «la situazione insostenibile che si è creata nelle struttura a discapito degli anziani, ai quali vengono negati anche i servizi di prima necessità ». Agli utenti, secondo quanto denunciato dalle famiglie, vengono «negati anche i servizi di prima necessità, lasciandoli in uno stato di inspiegabile abbandono morale, psichico e medico, pur continuando a pagare le rette». Ad ulteriore conferma di quanto riportato nella missiva inviata alla Procura, si aggiunge un’altra lamentela, sottoposta all’attenzione dei responsabili dell’associazione Cittadinanza Attiva, in cui un ospite denuncia che nei giorni «15 e16 agosto, gli anziani di questa struttura sono rimasti in balia di se stessi per quanto riguarda il personale infermieristico, a causa della mancanza di striscette (ovvero misuratori di diabete), che ha impedito di poter ricevere la somministrazione dell’insulina. Sabato 16 – continua la lettera – nel turno pomeridiano, a causa della mancanza di personale maschile addetto alla cura ed igiene degli anziani ospiti, non abbiamo ricevuto il consueto “Servizio Igiene”. Purtroppo – conclude l’anziano – ho dovuto chiamare mio genero che mi ha aiutato nella cura e pulizia personale».