Ammesso che la Regione siciliana convincesse il colosso francese da 30 miliardi di fatturato Veolia ad abbattere il prezzo dell’acqua dell’Alcantara , Messina resterebbe comunque assetata.Il direttore generale dell’Amam smonta, di fatto, la missione palermitana dell’assessore Ialacqua che era andato a chiedere, a prezzo sostenibile, una quota della portata di quella condotta nata sessanta anni fa per approvvigionare la riviera jonica e la città.
I dati in possesso dell’Amam confermano che dal 2000 al 2002 furono cento, 110 i litri che arrivarono in città da quella condotta che in molte parti corre parallela a quella del Fiumefreddo. Messina ha un fabbisogno di 1200 litri al secondo, in pratica se fossero riparati i guasti a Piano Bagni e la strozzatura di Alì, ed arrivassero i famosi 100 litri di dodici anni fa, si coprirebbe meno dei 10% delle necessità.
I messinesi però sono senza acqua adesso e non possono aspettare né la regione né Veolia. La crisi idrica passa da numeri che testimoniano un peggioramento continuo. L’Amam chiude i rubinetti alle 13,30, da qual momento in poi solo chi ha serbatoi ha l’acqua. La portata attuale del fiumefreddo è di 620 litri, 150 vengono dalla Santissima, e 100 dai pozzi cittadini: totale 870 litri contro 1200. E questo fino a quando?