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Chiusura del Papardo “temporanea”, il nuovo punto nascita sarà condiviso

 «Un messaggio di fiducia e serenità », ma soprattutto l’annuncio di un profondo ripensamento rispetto ad una scelta che aveva scatenato un diluvio di opposizioni a tutti i livelli: la chiusura del punto nascita del Papardo con il trasferimento del personale di Ginecologia e Ostetricia al Piemonte, a pochi passi dal Policlinico, lasciando scoperta la zona nord e vuoto un reparto nuovo di zecca. Il direttore generale dell’azienda ospedali riuniti Papardo- Piemonte Michele Vullo è intervenuto ieri con un documento (trasmesso anche al prefetto, al sindaco, alle direzioni dell’Asp e del Policlinico, ai sindacati, e all’assessorato regionale alla Salute, oltre che alla VI Commissione) nel quale premette che «le decisioni inerenti le attività sanitarie del Piemonte-Papardo sono e saranno sempre adottate nel rispetto delle leggi e della tutela della salute dei messinesi e d’intesa con tutti coloro che rappresentano la sovranità popolare» specificando come «le scelte inerenti il punto nascita collocato oggi (in neretto nel testo, ndc) al Piemonte sono temporanee e dettate da contingenze di carattere eccezionale quali malattie e assenze non previste del personale. L’individuazione dell’ubicazione del punto nascita definitivo sarà oggetto di valutazioni stringenti che terranno conto delle esigenze della popolazione nonché delle garanzie di sicurezza del percorso nascita normativamente tutelate da parte della programmazione regionale cui questa direzione si adeguerà». Ma Vullo chiarisce anche alcune sue affermazioni in relazione all’utenza «di ceto sociale basso» del Pronto soccorso del Piemonte: «Il mio riferimento è a una categoria fragile da tutelare in quanto non adeguatamente informata che rischia di rivolgersi in caso di emergenze quale ictus e infarto a strutture sanitarie non adeguate a dare risposte tempestive ed efficaci». Sul punto però è in corso l’indagine di una commissione interna volta a chiarire se effettivamente il Mcau del Piemonte sia o no in grado di offrire prestazioni adeguate. Su questo specifico argomento, Vullo invita i destinatari della nota a sostenerlo in una corretta campagna di informazione, affermando poi come il «cambiamento della sanità» debba avvenire con il coinvolgimento di istituzioni, associazioni di categoria, volontariato, sindacati, società scientifiche, personale e dell’utenza, cui sarà dedicata a breve una finestra di dialogo on-line, sul sito aziendale.

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