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Navarra: l’Ateneo non si schiera. E poi l’affondo: stanno sbagliando tutto

«L’Università non ha mai preso posizione sulle questioni dell’Authority di Gioia Tauro e dello Stretto». Comincia con una precisazione al telefono quello che poi diventa un vero e proprio “sfogo” del rettore-cittadino Pietro Navarra. «Da rettore ribadisco che l’Ateneo non assume posizioni politiche ma offre il suo supporto tecnico all’interno del “tavolo” istituito dal ministero delle Infrastrutture ». Una presa di distanza rispetto alle dichiarazioni rilasciate dal prof. Michele Limosani: «Sono tesi autorevoli espresse da un docente competente in materia ma non sono la “voce” dell’Università». Ed è da qui che inizia lo “sfogo”: «Da cittadino – afferma Navarra – sono molto preoccupato per la piega che stanno prendendo gli eventi, per l’assenza di un progetto, per il declino di questa città, per l’incapacità della classe politica di sciogliere i veri nodi, per l’improvvisazione che sembra regnare in ogni settore. Noi, come Università, siamo stati i primi a teorizzare e ad applicare l’Area integrata dello Stretto, ma far credere che una soluzione “di ripiego” sia un grande traguardo per Messina, francamente la sento come una presa in giro». È sempre il “cittadino” Navarra che insiste: «Sì, quella dell’accorpamento con Gioia Tauro è una soluzione di ripiego, figlia della scarsa capacità contrattuale della nostra classe politica. Perché nel corso degli anni non si è fatta valere con forza la specificità dello Stretto, una specificità che nessun altro sistema portuale italiano possiede? Era più logico accorpare Gioia Tauro con Augusta o Trieste, anziché con Messina». La preoccupazione si estende a tutti i campi: «Vedo solo processi di dismissione e desertificazione, una città che sta morendo senza che nessuno sappia individuare le terapie giuste per salvarla. Non si è stati capaci di assicurare neppure quei collegamenti essenziali per garantire ai nostri studenti di poter venire qui a frequentare le lezioni, e ora dovremmo fidarci di chi dice che unendoci a Gioia Tauro il nostro futuro sarà luminoso?». L’affondo del “cittadino”Navarra ha vari bersagli: la deputazione («Cos’hanno fatto per la città in questi anni coloro i quali hanno ricoperto incarichi anche importanti nei Governi? ») ma anche l’amministrazione comunale, accusata di agire all’insegna dell’improvvisazione («Come si può parlare ancora oggi di “flotta comunale” con un ente locale che è quasi al dissesto finanziario?»). Da rettore, Navarra ribadisce la disponibilità dell’A t eneo a confrontarsi e a dare sempre il proprio contributo in termini di competenze e di sostegno tecnico. Ma, in questo momento, prevalgono «le forti preoccupazioni del cittadino ».

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