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L'odissea
delle chiamate
al numero 118

Se nell’emergenza sanitaria le capacità tecniche dei soccorritori “influenzano direttamente le probabilità di successo dell’intervento e favoriscono la successiva stabilizzazione ospedaliera del paziente”, altrettanto importante è l’aspetto relativo alla tempestività dell’attivazione dei soccorsi extra ospedalieri, che se troppo lunghi, rischiano di nuocere al soccorso e di comprometterlo in maniera a volte irreversibile, e non permettere quindi la sopravvivenza degli infortunati. Lo rimarcano la RSA per la provincia di Messina Nicola Sciarrone e di Clara Crocè Segretaria Generale della FPCGIL. E’ di queste settimane la denuncia in merito alle difficoltà nell’effettuare chiamate al 118 a causa della vecchia rete analogica, che come noto, non consente all’operatore di rilevare il numero telefonico del chiamante e quindi di rintracciarlo. A causa sicuramente anche dell’elevato numero di chiamate durante la stagione estiva, anche se il cittadino dovesse riuscire a prendere la linea, è costretto ad un attesa che in certe situazioni può sembrare infinita. Ad aggravare questa situazione - continuano Crocè e Sciarrone - contribuiscono in maniera sicuramente non trascurabile, le comunicazioni di servizio dei soccorritori che si trovano a dover utilizzare gli stessi canali (numero verde 118) sia per comunicare con gli operatori di centrale per necessità legate all’espletamento del soccorso (a volte anche solo per comunicare la posizione quando le comunicazioni radio non sono possibili ndr), che per la chiusura delle schede di intervento a soccorso completato.

 

 

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