La notizia arriva da Roma in serata. Il Governo nazionale ha inserito nel decreto “Sblocca cantieri” (che verrà esitato domani del Consiglio dei ministri), all’articolo 39, l’istituzione della nuova Autorità portuale di Gioia Tauro e dello Stretto. È stata, dunque, accolta la richiesta, avanzata ufficialmente dal sindaco Renato Accorinti durante l’incontro di martedì mattina con il premier Matteo Renzi, di riconoscere l’Authority dello Stretto, composta dai porti di Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria, e di integrarla con Gioia Tauro, anziché accorparla al Distretto della Sicilia orientale che vede aggregati i porti di Catania ed Augusta. In mattinata Accorinti, durante un’improvvisata conferenza stampa, aveva espresso la convinzione che il Governo avrebbe agito subito, trovando in Renzi e nel sottosegretario Delrio interlocutori particolarmente attenti e disposti ad ascoltare le ragioni dell’Area integrata dello Stretto. Perché il vero traguardo è questo, la nascita della “regione” dello Stretto, che oggi può acquistare sostanza, dopo che per decenni è rimasta all’orizzonte, come una vaga e suggestiva idea, come un’ipoteca (si pensi al Ponte e a quello che non si è fatto per decenni, aspettando “Godot”), come un’utopia irrealizzabile. Adesso, invece, ci sono gli strumenti normativi: la legge che istituisce la Città metropolitana di Messina e che prevede, per la prima volta nella storia, la possibilità di stipulare accordi tra le Città metropolitane di Messina e di Reggio, assieme allo Stato e alle due Regioni interessate, per tutti i temi che riguardano l’Area integrata dello Stretto. E l’integrazione dei porti è il primo vero atto concreto di quest’Area integrata. «Noi a Renzi non abbiamo consegnato una “lista della spesa”–ribadisce Accorinti – e credo che il Governo sia rimasto colpito da quest’atteggiamento, fiero e dignitoso. Non abbiamo chiesto elemosine ma portato al tavolo del premier un progetto che è condiviso dall’una e dall’altra sponda dello Stretto. Ragioni ideali, storiche, geografiche, economiche, culturali e turistiche, ci spingono verso la grande “città dello Stretto”, che è più forte di ogni egoismo, delle chiusure, delle invidie e delle gelosie. Noi abbiamo posto con forza la questione della specificità dello Stretto e, dunque, della “governance” dell’Autorità di Messina-Milazzo che, assieme a Villa-Reggio, deve avere la piena autonomia gestionale e un ruolo di assoluto rilievo per quel che riguarda le scelte strategiche da prendere nell’interesse dei nostri territori. Con Gioia Tauro l’alleanza è possibile, e ragionevole, perchè basata sulla complementarietà, e non sulla concorrenzialità, dei porti. Da un lato, uno dei più grandi porti containers d’Europa, dall’altro il primo porto passeggeri d’Italia. L’unione fa la forza, nasce quello che può diventare il primo sistema portuale in Italia». Ai tanti dubbi manifestati da chi ritiene quello con Gioia Tauro un “abbraccio mortale” per l’Autorità portuale di Messina e Milazzo, il sindaco risponde: «Tutte le opinioni vanno rispettate, ma ricordo che l’alternativa era essere inglobati nell’Authority di Catania e Augusta. Non ce l’abbiamo con i catanesi, ma la direttrice obbligata per il nostro sviluppo, a tutti i livelli, è quello che ci sta di fronte, non quello che è dietro. L’interfaccia di Messina sono Villa e Reggio, quello di Milazzo- Giammoro è Gioia Tauro, le cui luci del porto possiamo ammirarle dal Pilone di Torre Faro. Ci prendevano in giro quando parlavamo di “popolo dello Stretto”, ora ci si sta rendendo conto che non erano solo utopie. E aver fatto cambiare idea in pochi giorni al Governo, credetemi, non è roba di poco conto...».
Caricamento commenti
Commenta la notizia