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L’ex caserma Gasparro diventa centro d’accoglienza

 I lavori sono iniziati poco meno di due settimane fa, ma già nelle prossime 48 ore i locali della caserma Gasparro, ricadente nell’ex area militare di Bisconte, nel frattempo passata dalla titolarità del ministero della Difesa a quella del ministero dell’Interno, potrà nuovamente essere “abitata”. Da chi? Dai tanti migranti che una volta sbarcati sulle coste siciliane, dopo essere stati tratti in salvo dai mezzi impegnati nell’operazione Mare Nostrum, vengono trasferiti nei diversi centri d’accoglienza della Regione. Le tragedie consumatesi nello scorso fine settimana tra la sponda africana e quella europea del Mediterraneo, hanno fatto tornare prepotentemente a galla le polemiche, in realtà mai venute meno, sulle modalità di controllo delle acque del canale di Sicilia da parte della Marina italiana: un’attività “sfuggita di mano” al governo, considerati i continui interventi di salvataggio effettuati dai mezzi militari o mercantili. E il numero record di sbarchi: quasi 100mila. Quel che rimane certo, almeno alle latitudini dello Stretto, in uno scenario dai contorni ancora poco chiari, è che Messina, con l’ormai prossima apertura di uno dei quattro stabili che compongono l’area della Gasparro (cui si affiancano la Nervesa e subito dopo la Masotto), ha risposto all’input lanciato a inizio luglio dal ministro Angelino Alfano: «Accoglienza all’in - terno di caserme militari dismesse ». Tre gli ambienti dove sono già stati allestiti i letti a castello - che complessivamente offriranno ospitalità a 200 richiedenti asilo - predisposta anche la sala mensa, nuove docce e lavandini. La superficie “calpestabile”, per questioni di controllo e sicurezza, è stata definita attraverso apposite divisioni. Difficile ancora comprendere quale sarà il futuro giuridico del ricovero di accoglienza Gasparro, la cui competenza è di esclusivo riferimento prefettizio, ovvero ministeriale. Benché, infatti, così come nel caso del Pala Nebiolo, si tratti di una struttura temporanea, legata cioè alle esigenze del momento, la natura stessa dell’immobile e delle aree circostanti porta a non escludere che, cammin facendo, si possa pensare ad un ampliamento del numero dei posti con il recupero di qualche altro edificio. In tale ipotesi la città dello Stretto potrebbe diventare un centro numericamente ben più strutturato. Ad occuparsi della gestione concreta e quotidiana della caserma, sarà sempre l’ente gestore della tendopoli di contrada Conca D’Oro, il consorzio Senis Hospes, a cui la Prefettura ha già effettuato un’estensione contrattuale, così come per il primo Nebiolo, a dicembre. La Gasparro e la tendopoli non saranno però gli unici punti d’ospitalità: ad inizio settembre, infatti, inizieranno, per terminare più o meno entro 60 giorni, i lavori di adeguamento dell’ex-Ipab di via Sacro Cuore di Gesù, struttura individuata dalla Prefettura e “benedetta” dal Viminale, a seguito dell’av - viso pubblico pubblicato ad aprile.

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