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Torre Faro, parcheggio negato, la “Punta” sfregiata dalle auto

 Provate ad andare a mare al Pilone in un’ora che non sia di prima mattina, tentate di raggiungere alle 11 i lidi della Punta o il parco letterario Horcynus Orca. Rischiate di girare per un’ora senza trovare un posto per la vostra auto perché il demanio marittimo abbrutito a terreno di sosta selvaggia, in sfregio alla più bella terrazza sullo Stretto di Messina, è già sommerso da centinaia di auto, ed i 35 gradi di fuori sono avvertiti come 40 e assai più dentro l’utilitaria. Sarà facile scoprire che i due chilometri più belli di Messina, da piazza dell’Angelo a Marina di fuori, e poi fino al Lago piccolo, alla faccia della bellezza della Riserva e della Preriserva di Capo Peloro, sono l’angoscioso regno delle auto. Per porre fino a questo scandaloso disservizio da terzo mondo, magari anche far uscire il borgo di Torre Faro dal disastroso fallimento della sua finta isola pedonale, giace da due anni a Palermo – per l’ultimo parere – il progetto di «Parcheggi a raso a Torre Faro» per cui Messina può contare di un finanziamento europeo di 4 milioni e 232.659 euro, per chi ancora le ricorda 8 miliardi di vecchie lire. Ammettiamo pure che il solo parere mancante è uno dei più pesanti: la Valutazione d’incidenza di competenza dell’Assessorato regionale all’Ambiente indispensabile in un’area di Pre-riserva qual è quella destinata al parcheggio. Si tratta, come si ricorderà, dell’area ex Enel delle Torri Morandi: ideale per gli obiettivi dell’abbattimento del traffico e della pedonalizzazione. Tanto per focalizzare subito l’occasione sprecata da anni e anni, la principale entrata-uscita di questo parcheggio da 500 posti è prevista alla fine della via Marina di fuori, dirimpetto al “Lescà”, mentre l’altra affaccerà sulla via Pozzo Giudeo, dentro l’abitato più popoloso del borgo. Il fatto che la Valutazione d’incidenza sia importante nulla toglie, ovviamente, al fatto che prima o poi Palermo debba dare una risposta a Messina, dopo circa due anni dall’avvio della relativa istruttoria. Benissimo ha fatto nel giugno scorso il sindaco Accorinti a sollecitare la dovuta celerità agli uffici regionali, appellandosi direttamente all’assessore regionale all’Ambiente Maria Rita Sgarlata. Ma ancora nessuna risposta. L’assessore alle Opere pubbliche Sergio De Cola, appartenente allo studio 15 anni fa co-progettista dell’intero Piano particolareggiato di Capo Peloro, si limita a ricordare «che è solo un parcheggio a raso, senza nemmeno l’impermeabilizzazione del terreno, e con la messa a dimora di oltre un centinaio d’alberi». Non la pensa allo stesso modo è noto Anna Giordano, messinese ed esponente nazionale del Wwf che ricorda quanto importante sia la valutazione d’incidenza riguardante l’interezza delle opere previste dal Paino particolareggiato, compreso il parcheggio alle Torri Morandi. E chiede, anzitutto, alla Regione, «la doverosa pubblicazione dello studio d’incidenza, così come prevede la legge».

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