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L’addio all’economista buono

«Se ne è andato un grande economista. Ma soprattutto un economista, un docente e un uomo buono». È così che la famiglia, la comunità accademica, i suoi allievi più anziani, hanno voluto ricordare il prof. Mario Centorrino, morto improvvisamente durante un periodo di vacanza trascorso in Alto Adige. La camera ardente allestita nell’aula magna dell’Università è stata visitata da centinaia di colleghi, di ex studenti o di cittadini che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto triburare l’ultimo saluto. Nell’atrio del Rettorato, il commosso ricordo di chi ha vissuto e lavorato con lui per tanti anni. Il rettore Navarra, dal Giappone, ha inviato il suo messaggio, letto dal prorettore vicario Emanuele Scribano. «Mario – scrive Navarra – è stato uno studioso che ha saputo combinare, in modo sapiente ed efficace, la ricerca pura alla consulenza pubblica e privata e all’attività pubblicistica di divulgazione. È stato un accademico spinto da forte passione civile. Le sue qualità umane di ascolto e di attenzione verso le opinioni altrui, la sua innata abilità di tessere rapporti, di mettere e tenere insieme idee confliggenti e persone dai caratteri diversi, hanno costituito solide fondamenta nello svolgimento dei suoi numerosi incarichi pubblici e gli hanno permesso di guidare, con tratto saldo e sicuro, la Facoltà di Scienze politiche da preside amato e rispettato da tutti: studenti, colleghi e personale tecnico e amministrativo. Persona paziente, sagace e cortese, non strillava mai i suoi argomenti, ma conversava e, conversando, convinceva e si faceva convincere. Non faceva mancare mai la sua arguta ironia. È stato un maestro amato e stimato, cordiale e disponibile». Ed è proprio la figura di “maestro” che è stata tratteggiata negli interventi di due dei suoi “allievi”, i professori Guido Signorino (oggi vicesindaco e assessore al Bilancio) e Michele Limosani (artefice dei processi che stanno portando all’Area integrata dello Stretto). Signorino non ha trattenuto le lacrime: «Per Mario Centorrino l’economia non era una disciplina autoreferenziale, ma uno strumento per comprendere la società in cui viviamo e per migliorarla». È stato un “fondatore”: «Fondatore della facoltà di Scienze politiche, fondatore dell’Istituto di Economia, statistica e analisi del territorio; fondatore di un gruppo di studio diventato “scuola”». E Michele Limosani ha aggiunto: «Lungimiranza, visione strategica, capacità di guardare oltre le posizioni personali: in tutto questo Mario sei stato un maestro ». Infine, il prof. Giovanni Cupaiuolo, coordinatore del collegio dei prorettori, ha letto il breve messaggio della famiglia: «Messaggi, telefonate, e-mail, post sui social network, articoli, necrologi, il vostro essere qui oggi: sono stati per tutti noi un grande conforto in questo triste momento. Un ultimo grazie vogliamo rivolgerlo a Mario a nome nostro e di quanti ne hanno apprezzato le doti umane e professionali: grazie per esserci stato.

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