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Morto in Alto Adige
il prof. Mario Centorrino

Era in vacanza tra le montagne che amava, con gli adorati libri e la moglie, la giornalista Adele Fortino. Improvvisamente si è sentito male, a Bressanone, dove stava trascorrendo qualche giorno di riposo. Tutto è accaduto in poche ore. Una fastidiosa cistite, il ricovero in ospedale a Brunico, le dimissioni volontarie dal nosocomio, il ritorno in albergo, la febbre alta, la perdita dei sensi in ascensore. È morto così ieri sera, a 72 anni, il prof. Mario Centorrino, tra i più prestigiosi docenti dell’Università di Messina, economista, editorialista (ha collaborato per decenni con il quotidiano “La Sicilia” di Catania), per qualche mese anche assessore regionale alla Pubblica istruzione nella giunta Lombardo, prima delle dimissioni avvenute nel gennaio 2012. Nato nel 1942, Centorrino compì gli studi di specializzazione in Economia a Parigi, nel 1969-70, al Centro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Dal 1976 divenne professore ordinario di Economia politica all’Università messinese e fu eletto, dal 1985 al 1991, preside della facoltà di Scienze politiche. Fu anche prorettore. Numerosi gli incarichi svolti nel tempo. Da commissario straordinario dell’Istituto regionale per il credito alla cooperazione a vicepresidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio regionale sull’economia siciliana del Banco di Sicilia. Dal 1996 al ‘97 fu consulente del ministero dell’Interno sui rapporti tra economia e criminalità organizzata e diresse il Centro per lo studio e la documentazione della criminalità mafiosa dell’Ateneo dello Stretto. Autore di innumerevoli pubblicazioni, tra i suoi libri più significativi “Macroeconomia della mafia” del 1997, “Il nodo gordiano. Criminalità economica e Mezzogiorno”del 1999, “L’impatto criminale sulla produttività del settore privato dell’economia”, che vinse il “Premio Saraceno” del 2002. Esponente del Partito democratico messinese, è stato assessore comunale al Bilancio nella giunta guidata dall’on. Francantonio Genovese. Poi, chiamato da Raffaele Lombardo, entrò da tecnico nell’esecutivo regionale come assessore alla Pubblica istruzione ma si dimise dopo qualche mese. È stata un’esperienza tormentata, che lo ha segnato profondamente soprattutto per le note vicende legate al settore della Formazione professionale. Centorrino, obbligato a un risarcimento dai giudici della sezione d’appello della Corte dei Conti per il “caso Anfe”, non è mai stato coinvolto nell’inchiesta penale sfociata nell’arresto di Genovese. Tornato alla ricerca accademica, da professore emerito, era stato di recente nominato presidente del Nucleo di valutazione dell’Università e stava svolgendo un approfondito monitoraggio sui risultati del sondaggio tra gli studenti in merito ai servizi universitari. Studenti che erano e sono stati tutta la sua vita.

 Ad Adele Fortino, al figlio Marco, anch’egli docente e delegato del rettore per la comunicazione, le più sentite condoglianze della Gazzetta del Sud.

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