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Devastate le colline di S. Jachiddu e Tremonti

 Un incendio devastante ha gettato nell’angoscia, ieri sera, centinaia di famiglie residenti nella parte più alta della zona centro-nord della città. Le fiamme hanno via via coinvolto e divorato ampie porzioni delle colline di San Jachiddu e Tremonti, quest’ultima molto alberata in vetta, fatto terra bruciata attorno al Parco ecologico del forte S. Jachiddu, perfino distrutto alcune strutture esterne della fortificazione umbertina. Fino a tarda notte la guardia forestale e i vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta per fronteggiare le più alte e rapide lingue dell’i n c e ndio ed evitare l’evacuazione di svariate abitazioni, da cui però in molti casi le stesse famiglie hanno preferito allontanarsi. Alla fine, nonostante il massimo spiegamento delle forze disponibili, servito a scongiurare possibili tragedie, il bilancio dei danni è stato comunque molto pesante. Sia sotto il profilo del patrimonio ambientale e paesaggistico, andato in fumo o compromesso, che sotto quello degli equilibri idrogeologici di aree collinari di per sé fragili in quanto per decenni oggetto di un’e d i l izia invasiva e mai curate con adeguate manutenzioni preventive. Ieri negli snodi delle vie che conducono al forte San Jachiddu e alla vetta di Tremonti anche la Polizia ha fatto sentire la sua presenza a tutela della pubblica sicurezza, offrendosi come riferimento alla popolazione ed evitando piccoli ingorghi o manovre errate che potessero ostacolare il passaggio delle autobotti. Molto delicata, ad esempio, la situazione complessiva da gestire nei pressi del forte S. Jachiddu: area bellica della seconda guerra mondiale i cui i roghi minacciano sempre di innescare le esplosioni delle eventuali bombe d’aereo ancora presenti dentro al terreno. Naturalmente, vista la quasi certa natura, dolosa se non addirittura macro-criminale, a fini speculativi di questo vasto incendio spetterà alla Polizia e alla Procura condurre un’indagine approfondita. È vero che le fiamme si sono propagate velocemente in virtù dell’enorme quantità di sterpi secchi e terreni incolti presenti in queste colline, ma v’è il sospetto che qualcuno abbia lucidamente messo in conto tutto ciò, ed anche l’orario serale per impedire l’azione dei Canadair, al fine di arrecare il maggiore danno possibile. Un vero stravolgimento se non la desertificazione di colore nero dei peggiori incendi.

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