Emergenza vera. Lunga e difficile da affrontare. Destinata a condizionare non l’estate dei messinesi e purtroppo non solo quella. Inutile girare attorno alle parole. La situazione dell’acqua in città è estremamente preoccupante. E non è colpa dell’Amam o della gestione delle risorse idriche, stavolta.
E’ proprio mancanza di risorse. Uno di quei problemi che la Sicilia sembrava aver cancellato nel corso della sua storia e che invece si è ripresentato, prepotentemente, in questa stranissima estate 2014.
Prima di tutto i fatti: Messina vive una pesante emergenza. In molte zone l’acqua arriva solo per pochissimo tempo e in orari sempre piuttosto complicati. A Zafferia, per esempio, pochi giorni fa è esplosa la protesta degli abitanti. Quelli dei piani bassi dei palazzi hanno l’acqua per poche ore al giorno, quelli dei piani alti nemmeno per quelle poche ore. Problema, questo, che si verifica in diverse altre zone della città.
L’Amam, però, non ha modo di risolverlo. Perché non è una questione di distribuzione, ma una vera emergenza legata alla risorsa principale. L’acqua, appunto. Che è molto di meno rispetto all’anno scorso e soprattutto a due anni fa.
Il Fiumefreddo è quasi secco, colpa del clima assurdo dell’ultimo inverno senza neve, risorsa principale per alimentarlo. E quasi secchi sono, di riflesso, anche i serbatoi che al Fiumefreddo sono collegati. L’effetto sulla città è devastante. E purtroppo permanente. Perché l’acqua sarà poca almeno fino a metà ottobre, periodo in cui le prime piogge potrebbero rendere più sopportabile l’emergenza. Di certo non basteranno le prime precipitazioni per risolverla del tutto. Per quello ci vorrà molto più tempo. Molta pazienza. E anche molta fortuna.