Messina con Augusta e Catania. Alla fine il governo nazionale ha previsto l’accorpamento delle tre autorità portuali siciliane, inserito all’interno del decreto “Sblocca Italia”. Nell’ultima bozza del provvedimento, infatti, alla voce “piano porti”, nell’ambito del “piano strategico nazionale della portualità e della logistica”, saranno costituite le “autorità portuali di rilevanza europea”, tra le quali quella che legherebbe appunto Augusta, Catania e Messina. In tutto sono quattordici i nuovi enti. In Sicilia, secondo questa formula, Trapani dovrebbe unirsi a Palermo. In Calabria, invece, manterrebbe l’autonomia Gioia Tauro. Le altre del Paese sarebbero Genova-Savona, La Spezia-Marina di Carrara, Livorno Piombino, Napoli-Salerno, Cagliari-Olbia-Porto Torres, Taranto, Bari-Brindisi, Ancona-Ravenna, Trieste- Monfalcone e Venezia- Chioggia. Nei mesi scorsi la prospettiva di un venir meno della libertà d’azione dell’Autorità portuale di Messina, aveva scatenato una raffica di reazioni contrarie degli amministratori locali, non convinti dalle possibilità di sviluppo unitario e timorosi di poter perdere investimenti economici a scapito delle altre realtà. Secondo chi ha definito il decreto questa nuova struttura permetterebbe invece di attrarre risorse comunitarie ed accentuare le diverse peculiarità dei porti che, nel caso di Messina, evidentemente dovrebbe essere quella crocieristica.
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