Cgil, Cisl e Uil criticano l'ordinanza della discordia: “Il contenzioso che sta nascendo sulla vicenda del transito dei tir nella nostra città, rischia di danneggiare la collettività e di far perdere di vista le soluzioni vere per liberare la città di Messina dalla servitù dell’attraversamento” dichiarano i segretari provinciali Lillo Oceano, Tonino Genoves e Carmelo Catania. “Affrontare il tema – proseguono - del transito dei mezzi, e soprattutto dei tir, dal centro della città è tema annoso, sul quale si sono cimentati tutti circa i danni, gli interessi, le soluzioni. Bisogna riconoscere che l’ipotesi di impedire e basta, senza alcuna alternativa, il transito dei tir non era mai venuta in mente a nessuno. Con altrettanta franchezza bisogna dire che l’idea è, quantomeno, bislacca. Pensare di impedire in questo punto il transito dei mezzi nella fascia oraria tra le 7 e le 21 all’autostrada del mare, vettore tra i meno inquinanti e che toglie molti tir e auto dall’autostrada Salerno - Reggio Calabria, costituisce il tentativo di condurre ideologicamente, a mo’ di crociata, una battaglia che non si sa o non si vuole condurre in altro modo". E ancora: "Il nodo vero, come sanno tutti coloro che conoscono il problema, è la realizzazione delle infrastrutture: se la città non ha il secondo porto decentrato e le strade per liberare il centro dal transito dei mezzi che attraversano lo Stretto, non è responsabilità né colpa dei mezzi pesanti e neppure degli armatori pubblici e privati. La responsabilità sta nel non aver realizzato quelle opere. E’ una responsabilità delle classi dirigenti che non hanno trovato le risorse necessarie e non hanno realizzato quelle opere. Adesso siamo ad un bivio – osservano Oceano, Genovese e Catania -: o l’Amministrazione continua nell’errore, ingaggiando un contenzioso irragionevole contro i tir e gli operatori navali, oppure, finalmente, promuove una vertenza, insieme alle parti sociali e alle forze produttive, per il completamento del porto di Tremestieri, l’adeguamento della via Don Blasco e la realizzazione di tutte quelle opere che servono a liberare Messina dalla servitù dell’attraversamento, senza la pretesa di eliminare i tir o i vettori navali. Indossando, questa volta, la fascia tricolore per incalzare le Istituzioni regionali e nazionali inadempienti”.