Non si fermano gli sbarchi sulle coste siciliane e sono tanti i bambini, spesso soli, che arrivano nei barconi. Uno dei problemi maggiori per questi minori è l'accoglienza, perché scarseggiano le strutture idonee a ospitare bambini e ragazzi. L'organizzazione non governativa Amici dei bambni (Aibi) ha deciso di aprire a Camaro Superiore (Messina) una casa di prima accoglienza per minori non accompagnati, dove arrivati già 16 bambini arrivati fra sabato e domenica nel Canale di Sicilia. "Abbiamo stipulato con l'assessore comunale alle Attività Sociali Antonino Mantineo un protocollo d'intesa - dice Dinah Caminiti di Aibi Sicilia - in virtù del quale il nostro Centro di Prima Accoglienza offre ai minori stranieri non accompagnati servizi alla persona, corsi di lingua italiana, assistenza sanitaria e anche assistenza educativa garantita dalla presenza di pedagogisti. Inoltre i nostri operatori distribuiscono a tutti i minori vestiario e un costante sistema di sorveglianza". L'obiettivo del servizio è di fornire soluzioni immediate ai bisogni urgenti di alloggio, vitto e tutela, derivanti dalla situazione di grave disagio che vivono. Ma a Messina come a Lampedusa e in tutti gli altri punti caldi della Sicilia tutto ciò non basta, precisa Aibi, che rinnova il suo appello a costituire un tavolo di regia fra le associazioni, le istituzioni e gli enti locali. "Dopo quattro anni di sbarchi incessanti, l'emergenza è diventata una preoccupante quotidianità - continua Caminiti - che acuisce la profondità delle falle di un sistema che da tempo avrebbe dovuto darsi un coordinamento e un'organizzazione. Una situazione in cui i costi non consentono più la sostenibilità degli interventi e che fa ribadire l'appello di 12 Ong, tra cui Aibi, con il quale si chiede che venga attivato urgentemente dal governo il Fondo nazionale per i minori stranieri non accompagnati".
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