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La macchina dell’assistenza ha fatto flop

Sabato mattina, giorno del briefing prefettizio che ha preceduto l’arrivo della petroliera Tomer Lotte con a bordo poco meno di 600 persone, i criteri di gestione della prima accoglienza, sanitaria e non, al molo Marconi e di ricovero alla scuola media Pascoli, hanno tenuto banco per buona parte dell’i n c o ntro. I vari attori presenti al tavolo (Comune, Capitaneria di Porto, Distaccamento Marina Militare, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, Autorità sanitaria marittima, Asp, Dipartimento Regionale Protezione Civile, il volontariato serve di protezione civile) hanno garantito, ciascuno per la proprie competenze, massima disponibilità. Sono bastate però 48 ore per capire come il meccanismo d’ospitalità messinese sia chiaramente inceppato. Se non fosse stato per la presenza, assolutamente spontanea, di alcuni esponenti del Movimento Cambiamo Messina dal basso (gruppo immigrazione) coordinati dall’e s p e rta del sindaco Clelia Marano, della comunità di Sant’E g idio, dell’Unitalsi e dell’a s s ociazione Terra di Gesù Onlus, i migranti avrebbero trascorso anche la giornata di ieri (oltre la notte tra domenica e lunedì), completamente abbandonati a loro stessi: assenti i volontari, tanto della Croce Rossa, quanto delle associazioni di volontariato facenti capo alla consulta della protezione civile. Prova ne è l’aneddoto colazioni: consegnate di buon mattino, a causa della mancanza di personale, i vassoi non sono stati distribuiti. A pensarci, alla fine, sono stati gli stessi richiedenti asilo: quest’ultimi, visto il generale immobilismo, hanno ben pensato di operare in autonomia. Motivo del “disservizio”? Nel corso del tavolo prefettizio era sì stato stabilito che a pensare al vitto sarebbe stata la Croce Rossa, ma ciò, come avvenuto, non ha contemplato anche la distribuzione dei pasti. Come sostengono dalla Prefettura, infatti, «la gestione interna spetta al Comune». Problemi anche nel numero dei posti letto: la discrepanza fra la cifra di ospiti comunicata e quella realmente giunta alla Pascoli, ha reso necessario rimediare nuovi “giacigli” utilizzando le coperte invernali conservate al Pala Nebiolo. Nel giro di poche ore, comunque, le presenze nell’edificio scolastico si sono già dimezzate: 211 i “coperti” serviti ieri sera. Come da copione, infatti, gran parte dei migranti, soprattutto siriani, hanno lasciato lo stabile nelle medesime condizioni in cui sono stati fatti sbarcare: mal vestiti o addirittura a piedi scalzi. Il punto più basso dello sbarco di domenica, è stato però indubbiamente toccato sul delicatissimo fronte dell’a s s istenza sanitaria che si sarebbe dovuta garantire al molo Marconi. Quest’ultima, da effettuare sulla base delle “Linee guida” disposte dalla prefettura (e pubblicate sul sito, istituzionale, ndr), è stata completamente disattesa. Di tali incongruenze si è discusso in modo approfondito durante il tavolo prefettizio convocato d’urgenza ieri mattina: chiara la necessità di una maggiore collaborazione tra Asp 5 e Croce Rossa, i due soggetti disputati a curare, collaborativamente, proprio l’aspetto sanitario, in particolare in caso di assenza di personale Usmaf (Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera). A confermare il carente monitoraggio medico, il ricorso, durante la notte di domenica, di personale medico chiamato ad intervenire alla Pascoli.

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