Le lingue di fuoco illuminano il cielo di una calda notte d’estate. L’odore acre delle fiamme viene avvertito a molta distanza. Il fumo denso rende l’aria irrespirabile. Ne fa le spese il negozio di calzature “Angelo Salice”, un punto di riferimento per i residenti nella zona sud e non solo. Quando il proprietario è al corrente di quel che è successo, si precipita a toccare con mano i danni. Non crede ai suoi occhi: tanti sacrifici per allestire il megastore spazzati via in men che non si dica. Guarda sconsolato l’intervento dei vigili del fuoco, nella speranza che salvino il salvabile. Ma alla fine la conta dei danni è impietosa: pare si aggiri su alcune centinaia di migliaia di euro, tra strutture seriamente compromesse, scarpe e articoli di pelletteria dissolti nell’incendio. Si è scatenato l’inferno, nella notte tra sabato e domenica, a Pistunina, sulla strada statale 114. Alle 2.20, una Volante della polizia ha notato del fumo denso fuoriuscire dal retro del negozio “Scarpa italiana”, di Angelo Salice e figli. L’equipaggio, compresa la gravità della situazione, ha lanciato l’allarme alla sala operativa della Questura e ai vigili del fuoco. Poco dopo, si è udita una forte deflagrazione, che ha mandato in frantumi una vetrata del locale. Giunti sul posto, i pompieri, guidati dal caposquadra Antonino La Tella e coordinati dal funzionario Nunzio Venuti, si sono messi al lavoro per circoscrivere il rogo. La loro azione, complessivamente, è durata poco meno di cinque ore. A stretto giro è arrivata la polizia scientifica per eseguire i rilievi e acquisire le immagini del sistema di videosorveglianza di cui è dotato l’esercizio commerciale. La Squadra mobile ha avviato le indagini per capire se a innescare il gigantesco rogo sia stata la mano dell’uomo. Quel che è certo è che le fiamme sono scoppiate inizialmente nel magazzino, per poi estendersi a gran parte del negozio e non solo. Hanno danneggiato in maniera consistente anche l’area parcheggi che sovrasta il negozio. Ragion per cui i vigili del fuoco l’hanno dichiarata inagibile. Alle operazioni di spegnimento dell’immobile hanno assistito numerosi residenti della palazzina. Già sentito il titolare dell’esercizio commerciale, a cui è stato chiesto se recentemente qualcuno lo abbia minacciato.